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Giamaica… self-drive no problem!
Quest’anno la nostra destinazione è la GIAMAICA!!
L’emozione è sempre tanta, ci attende un nuovo mondo, nuove avventure, nuove meraviglie naturali, nuovi profumi….finalmente ha di nuovo inizio la nostra vita parallela, quella in cui non siamo una famiglia d’italiani, ma siamo dei viaggiatori!!
28 DICEMBRE
Sveglia prestissimo alle 4.30 abbiamo il taxi sotto casa. L’aereo Air France parte alle 6.45 e il viaggio è veramente lungo… Ci attendono ben 18 ore tra voli e scali vari. La prima tappa è Parigi, poi un’altro volo Air France per Atlanta, e qui un volo Delta per Montego Bay. Diciamo che il viaggio procede senza troppi intoppi, un solo ritardo ad Atlanta dove il volo per Montego Bay parte con più di un’ora di ritardo… Ma d’altronde è anche comprensibile visto il brutto tempo che affligge gli stati del sud degli Stati Uniti … Comunque noi dopo quasi 24 ore svegli atterriamo nel nostro personale sogno Mobay!!
Abbiamo il transfert per il nostro B&B già organizzato via email con Jeremy l’anziano proprietario del Polkerris il che rende tutto più facile visto la stanchezza che ci affligge. Arriviamo al Vista de Bahia … Bè che dire? Si merita certamente il primo posto su tripadvisor … FANTASTICO … il b&b perfetto, l’ambientazione è quella di una antica casa coloniale con patio e piscina, camera enorme e colazione da urlo!
Torniamo però alla sera del nostro arrivo, siamo tutti stanchissimi ma anche affamati e quindi come al nostro solito non resistiamo è usciamo per cenare. Jeremy c’ha consigliato un ristorante poco distante Il Pelican, che è poi anche uno dei ristoranti più famosi di Montego perché inaugurato nello stesso anno di indipendenza della Giamaica 1962. Per arrivare alla hip strip dal nostro b&b ci sono una serie di scalini delimitati da due cancelletti… Tutta questa sicurezza mette un po’ a disagio… Ci facciamo coraggio e dopo aver varcato l’ultimo cancello ci troviamo in strada… Beh che dire? La prima impressione è forte, anche perché praticamente sbarchiamo dalla pace del b&b al casino della hip strip , in più proprio attaccata all’entrata di casa nostra c’è una discoteca e un bar che non mi sembra proprio frequentato da milordini, ma più da mignotte e papponi… Dai sarà la prima impressione… Andiamo avanti. Arriviamo al Pelican attraversando un piccolissimo tratto di strada… Ma pieno zeppo già di un’umanità diversa… Che meraviglia stare in viaggio!!! La prima cena è a base di americanate tipo hamburger e club sandwich… Siamo troppo stanchi per provare il cibo giamaicano… Ci penseremo domani e buonanotte.
29 DICEMBRE
Svegliarsi al Vista de Bahia é un sogno… Il patio dove servono la colazione è fantastico, vista piscina e vista mare, si respira l’area di una vecchia casa coloniale… Per non parlare del cibo e delle attenzione che ci riserva Peter, il proprietario, o meglio il figlio dell’anziano proprietario Jeremy, inglese doc con moglie giamaicana.
l primo giorno decidiamo di dedicarlo alla spiaggia top di Montego, Doctor’s Cave Beach, prezzo di ingresso 36 dollari compresi 2 lettini e ombrellone!! Va beh è il prezzo da pagare per entrare in paradiso: una spiaggia bianchissima orlata da un mare azzurro trasparente e poi il verde con una distesa di palme dietro.. Che si vuole di più?? Noi ci accontentiamo!!! E via con foto, bagni, foto, tuffi dal ciambellone galleggiante, foto ed ancora altri bagni. Le bambine sono entusiaste, passano praticamente tutto il giorno in acqua tranne una piccola pausa per mangiare al chioschetto della spiaggia, molto caraibico sia nel cibo che nei tempi di attesa!! Ma dobbiamo iniziare ad abituarci ai tempi di one love e di respect! Finito di bruciarci al sole torniamo al B&b percorrendo la famosa hip strip piena di negozietti di souvenir. I tipi che si vedono in strada sono di vario genere, un po’ di Bob Marley mancati, un po’ di finti gangster, un po’ lavoratori e un po’ di perdigiorno… Sono però dei principini rispetto a quello che ci aspetta la sera gironzolando per il dowtown di Montego
Infatti mentre l’hip strip è proprio una strada dedicata ai turisti con locali anche un po’ standardizzati come il Margaritville e l’Harley Davidson Cafè, il centro di Montego bay è Giamaica pura! Finiamo in un crogiolo di viuzze piene di venditori ambulanti che offrono un po’ di tutto ….chi frutta, chi caramelle, chi bibite … è pieno di baracchini che vendono il piatto tipico giamaicano: il Jerk.
Esploriamo vie piene di gente, ma veramente piene di gente, siamo gli unici bianchi in un mare di neri, l’odore di canna invade l’area, e non so perché molti danno l’impressione di essere semplicemente lì in strada senza uno scopo preciso.. Stanno semplicemente lì a bere ,fumare, chiacchierare … Che popolo… Quante emozioni e sensazioni vissute tutte insieme! È proprio quello che chiedo ai viaggi… Farmi vivere emozioni e conoscere mondi nuovi… Però mentre io e Rocco continueremo a camminare all’infinito Elena e Diana sono stanchissime, non si reggono in piedi… Troppi bagni e fuso orario che ancora si fa sentire. Decidiamo di tornare al Pelican il ristorante di ieri sera, si mangia bene e soprattutto è vicino casa. Stasera assaggiamo la capra al curry… Buonissima!
30 DICEMBRE
Per oggi con Peter abbiamo organizzato la gita alle Glistening waters, un taxi ci passerà a prendere direttamente alle 18. Bene! Allora si và di nuovo al mare, di nuovo al Doctor’s cave! Sempre bello, sempre mare stupendo ma oggi un po’ troppo pieno di croceristi… Comunque noi ci ritagliamo sempre il nostro spazio paraculo… Semo de Ostia ah belliiii!! Capitolo a parte merita la popolazione giamaicana. Sono due giorni che siamo qui è già si capisce che sono proprio belli, sia uomini che donne, anche se però gli uomini sono proprio un gradino in più, hanno addominali sconosciuti all’anatomia umana!!!
Ritorniamo al b&b sempre percorrendo la caratteristica hip strip, gelato per le bambine e poi alle 18 pronti per il taxi. Dweyn il nostro taxista ci viene a prendere con un taxi-pulmino fighissimo, i 30/40 minuti che ci separano da Falmouth passano veloci. Arriviamo all’imbarco e Dweyn riesce ad infilarci in una barca in partenza senza dover aspettare troppo.. Siamo capitati alla grande, il capitan Dave è un taglio e poi incontriamo pure un americano che parla e capisce l’italiano perché ha vissuto in Italia…. La laguna luminosa è unica al mondo e mentre ammiri questo spettacolo a bocca aperta capisci che ti trovi in un posto speciale , ci sono infatti solo altri 3 posti dove è presente questo fenomeno, dei microorganismi che al contatto diventano fosforescenti creando un effetto straordinario, la notte è stellata e sembra che le luci delle stelle si riflettono sulla laguna. Tutto si illumina, tutto risplende ma non si riesce a catturare in foto, sembrano ectoplasmi. La gita ci entusiasma sia alle bambine che a noi, che di posti meravigliosi ed unici ne abbiamo visti tanti… Eppure riusciamo sempre a rimanere meravigliati davanti alla bellezza del mondo. Felici e contenti rimaniamo anche a cena in un bel ristorantino davanti al molo. E felice e contenti ritorniamo al nostro prezioso b&b.
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31 DICEMBRE
Ultima colazione al nostro caro Vista de Bahia, non lo dimenticheremo, ieri abbiamo anche visitato il Polkerris il b&b gemello, bellissimo e curato, ma il Vista ha conquistato il nostro cuore con il suo magnifico tramonto vista mare. Viene sempre il mitico Dweyn a prenderci per portarci all’aeroporto per ritirare la macchina in affitto. All’ufficio della Island car ci informano che non ci sono macchine piccole come quella che avevamo prenotato ma ci fanno l’upgrade gratuito per un Toyota corolla…evvai! Dobbiamo solo aspettare un’ora perché non è ancora pronta, va beh pazienza, relaaax. Ci danno prima una corolla grigia alla quale però dopo pochi chilometri si accende la spia del motore… Che palle! Torniamo indietro e ce la facciamo cambiare, alla fine ci danno una bella Toyota corolla color oro fantastica sarà la nostra compagna d’avventura!
Il tragitto da Montego ad Ocho Rios è breve e la strada anche comoda, i paesaggi sono fantastici. Ci fermiamo a mangiare in un posto famoso per il Jerk lo Scotchies… Che posto mitico! Barbecue immenso dove cuociono polli enormi e pezzi di maiali succulenti dopo essere stati marinati ore e ore in una salsa speciale piccantissima. L’affumicatura è poi tutto un programma a parte perché sul barbecue viene messo legno di pimento che dà un sapore tutto particolare alla carne. Assaggiamo il Jerk di pollo e di maiale e poi altre sfizioserie giamaicane tipo il festival, gnocco fritto dolce, la patata dolce e un pane di manioca.
Dopo questo bel pranzetto arriviamo al nostro hotel a Ocho Rios, l’Hibiscus resort… Posto affascinante situato a picco sulla scogliera, all’interno c’è un giardino ben curato e anche delle gabbie con uccelli e pappagalli, tutto molto colorato. È un bel hotel molto particolare perché costruito a livelli con diverse terrazze che danno su una vista eccezionale , un mare incredibile con diverse sfumature d’azzurro!! Abbiamo la camera fronte piscina…il sogno segreto delle bambine… È infatti vanno subito a fare il bagno.
Oggi è l’ultimo dell’anno, abbiamo scelto di stare tranquilli in hotel per la sera, però prima che faccia buio vogliamo dare un’occhiata ad Ocho Rios…. beh anche qui sembra di essere stati proiettati dentro Guerre Stellari!! Ma da dove viene tutta ‘sta gente?? Fiumi di persone che si riversano in strada… Sarà che è il 31 dicembre ma sono proprio tanti, uomini, donne, bambini, con i dreadlocks e senza, ben vestiti o con le pulci, un mondo incredibile di persone che non si possono descrivere solo vivere! E poi musica ad altissimo volume dappertutto… Anche qui l’esperienza è forte, e anche qui siamo gli unici bianchi che girano in strada, ma dove sono gli altri turisti? Chiusi nei resort sicuramente! Dopo aver fatto il pieno di sensazioni (spero che le foto riescano a catturare almeno una minima part di quello che stiamo vedendo) ritorniamo in hotel per la nostra cena di Capodanno.
L’Almond Tree è un bel ristorantino, il cameriere tenta di esprimersi pure in italiano, che tipo che è! Gli piacciono le lingue e per passatempo si legge i dizionari!
Ad un certo punto della serata ci accade poi una vera carrambata… Accanto al nostro tavolo si accomodano 4 ragazzi nientepopodimenochè di Ostia!! Sono simpatici e quattro chiacchiere le scambiamo, soprattutto con Eugenio e Roberta che hanno già visitato la parte di Giamaica che noi dobbiamo ancora raggiungere, in particolare Port Antonio e Treasure beach.
Diana si addormenta prima di mezzanotte, Elena cerca di resistere… Speravamo che dal nostro hotel si vedessero i fuochi d’artificio ma nada de nada e quindi ben felici a mezzanotte e cinque minuti ce ne andiamo. Peccato che per tutta la notte fino almeno alle 5 e 30 del mattino il resto dei giamaicani di Ocho Rios festeggiasse il nuovo anno proprio dietro la nostra stanza!! Sembrava di avere una dance hall in camera! Va beh tanto eravamo così stanchi che abbiamo dormito ugualmente!
1 GENNAIO
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Oggi il nostro programma di viaggio, già ben studiato dall’Italia prevede la visita alle Dunn’s River Falls, abbiamo pensato di andarci il primo gennaio sul presto perché ci sembrava la giusta strategia per evitare i cetacei americani e i vacanzieri che escono in massa dalle navi….. E ci abbiamo proprio azzeccato!! Le Dunn’s sono praticamente deserte tranne un altro paio di coppie.
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L’esperienza è unica. Attrezzati con le scarpette per non scivolare si scala la cascata controcorrente, dal fondo fino alla cima… Fantastico! è una esperienza che regala delle bellissime sensazioni, a noi in particolare di gioia. Tutta la famiglia unita per sconfiggere la corrente e compiere l’impresa. È stato proprio bello ed edificante per le bambine. All’inizio erano un po’ spaventate, poi hanno visto che non era così difficile e si sono fatte coraggio, tanto da volerle scalare 2 volte!!
Il bello di queste cascate è che sfociano direttamente nell’azzurro mare caraibico, lo spettacolo è veramente mozzafiato.
Torniamo ad Ocho Rios, e ci dirigiamo verso la Turtle Beach, la spiaggia centrale del paese. È piena di italiani appena sbarcati dalla Costa Deliziosa!
Le bimbe fanno amicizia ( grazie all’intervento paraculo di Rocco) con 3 sorelline italiane con le quali giocano tutto il pomeriggio e io e maritino ci godiamo il meritato relax in una spiaggia caraibica e che diamine!
Per pranzo ci siamo fermati in un hotel con piscina proprio sulla Turtle Beach, mi sembra che il nome sia Rooms, posizione figa e ambiente cool, bello!
Dopo una bella abbrustolita e centomila bagni di Elena e Diana torniamo al nostro mitico Hibiscus, anche oggi ceniamo all’Almond tree, non ci va proprio di prendere la macchina..
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2 GENNAIO
Ultima colazione sulla terrazza mozzafiato del Hibiscus e poi partenza per Nine Miles, la casa natale di Bob Marley nonché il posto dove è stato sepolto. Google Maps ci fa prendere una strada che passa in mezzo alla Giamaica completamente dissestata… Una vera e propria avventura … E poi i villaggi che attraversiamo sono qualcosa di incredibile , 4 catapecchie in mezzo alla giungla e lungo la strada dei chioschetti arrangiati che vendono frutta e bevande… Che posto! Il verde è accecante.. Qualcosa d’incredibile, la vegetazione sembra senza fine, e i personaggi che incontriamo mano mano che ci avviciniamo alla casa di Bob Marley diventano sempre più Rasta!! E poi dopo più di un’ora di buche e crateri da evitare in mezzo alla strada, arriviamo ….
Ci accolgono dei brutti ceffi che vorrebbero farci parcheggiare l’auto chissà dove e poi ripulirci ben bene, non ce li filiamo proprio ed entriamo direttamente dentro il parcheggio del mausoleo. Già il bigliettaio è tutto un programma!! Un anziano rasta con qualche dente mancante… Il commesso del negozio di souvenir, con i dreadlocks pure lui, si mette a ballare e cantare le canzoni del mitico bob… Entriamo e tutto diventa storia e magia…
Vediamo i dischi d’oro e di platinato vinti da Bob, la nostra guida, occhi rossi dall’enorme quantità di erba fumata, ci porta nel mondo di Bob Marley, spiegando i momenti salienti della sua vita, intonando di tanto in tanto alcune canzoni del suo mito con una voce potente e graffiante. Vediamo la stanza dove è nato e cresciuto , la cucina , la pietra dove meditava e poi le tombe, la prima dove è seppellita la mamma e per finale la tomba mausoleo di lui .. Il grande mito di questo paese, un paese con tante contraddizioni ma un unico punto fermo… BOB MARLEY… la particolarità di questa visita è che mentre la fai ti puoi fumare con tranquillità un bel cannone in onore di Bob!! Porca vacca eravamo circondati da fumatori incalliti… Odore di erba perenne!! Oddio! Va beh essere genitori liberi ed intraprendenti ma tutto ‘sto fumo non farà male alle cucciole?? Loro sono tranquille… Si godono la visita ascoltando la musica reggae che gli abbiamo fatto conoscere già prima della partenza per questo viaggio, diciamo che le abbiamo educate alla buona musica!
Quando entriamo dentro il mausoleo di Bob Marley l’emozione è forte.. Non c’è l’aspettavamo.. Siamo tutti scalzi per rispetto, non si possono fare foto né tantomeno video, l’unica cosa permessa è fumarsi la “ganja”, d’altronde questa pratica faceva parte della sua religione tanto che la guida ci dice che è stato sepolto con un pallone da football, la sua chitarra, e poi … un enorme “carciofo”!!
Comunque al di là delle droghe, al di là degli schieramenti politici, Bob Marley resta l’unico e il solo re del reggae e di quest’isola, e il messaggio che ha lasciato al mondo è un messaggio di amore , libertà e rispetto: ONE LOVE and RESPECT.
Abbiamo veramente vissuto una grande esperienza, siamo contenti!
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Abbiamo veramente vissuto una grande esperienza, siamo contenti!
Adesso si ritorna al nostro viaggio, direzione Port Antonio, i chilometri non sono pochi viste le strade giamaicane, ma prima proviamo Pizza Hut a Ocho Rios …Mmhh siamo solo al quarto/quinto giorno e già c’abbiamo voglia di pizza, la vedo dura!! Riprendiamo il cammino verso Port Antonio, la strada è bella perché segue tutta la costa e ci regala viste stupende. Il primo impatto con Port Antonio è piacevole, si vede subito che è più tranquilla e ordinata rispetto a Montego e ad Ocho Rios. Ci sono begli edifici coloniali e gli abitanti sembrano “meno pericolosi”.
Arriviamo al San San Tropez e abbiamo la prima nota stonata del viaggio. Il proprietario fumatissimo dell’hotel, non si ricordava la nostra prenotazione e si era venduto la nostra stanza! Per fortuna rimedia dandoci per la prima notte una camera più piccola la pineapple suite, per poi darci la strawberry suite le altre tre notti!
Certo che l’hotel non ha un bell’aspetto, e moooolto sgarrupato, un pò campeggio. Cerchiamo di farcelo andare bene anche perché i prezzi degli hotel nei dintorni sono assurdi e comunque la posizione del San San è invidiabile.
Anche per la cena non ci fanno una buonissima impressione: c’è il braccio destro del titolare, che dovrebbe gestire le gite, tipo tour operator, la moglie del proprietario , gnoccona nera, che però ha un’aria depressa da suicidio immediato, un muso che non s’è mai visto… e poi dulcis in fundo il cameriere di colore, che poraccio è da solo, ma è pur vero che sembra completamente scemo senza manco l’ausilio di droga! Dunque dicevo che non ci hanno fatto una buona impressione per quanto riguarda il servizio, check-in inesistente, cena a base di pesce tutto sommato buona, ma minchia per apparecchiare c’hanno messo un secolo!! Manco i bicchieri e le posate! La cosa sicuramente positiva è il letto, finalmente un letto comodo e grande, la dormita è stata Big!
3 GENNAIO
Oggi giornata nera. Piove piove e ancora piove! Abbiamo sperato fino all’ultimo ma niente da fare non si apre. Ci facciamo un giro con l’auto a port Antonio giusto per capire come è organizzata, poi andiamo ad informarci sul rafting, carissimo e davanti all’ingresso ci sono dei tipi poco raccomandabili e fumatissimi. Per fortuna a metà mattina riusciamo a cambiare la stanza, questa è decisamente meglio, molto più grande è comoda con un piccolo ed impagabile patio privato dove organizzare i nostri apertive-time. Siccome ancora piove e pure di brutto ci dirigiamo verso le Reach Falls, ci sembra l’unica gita fattibile al momento. Ci fermiamo a Boston Bay per pranzare con il mitico Jerk … La verità ?? Non ce la facciamo già più del Jerk, e come dice Diana: “a partire da adesso non lo mangio più ! Lo giuro!” . Però il baretto dove ci siamo fermati ha una bella vista, immerso nella giungla con una comunità di aquile che ci vola sopra le teste… Veramente bellissime!
Arriviamo alle Reach falls che piove a dirotto… Ma alla fine tutto crea atmosfera!
sono delle cascate bellissime completamente in mezzo alla giungla con delle fantastiche pozze d’acqua che sembrano delle piccole vasche idromassaggio da quante è forte la pressione dell’acqua che scende. Il bagno che ci facciamo è energizzante, il contatto con la natura ci fa questo effetto! Ci da la carica e ci fa ricordare come è veramente il mondo, fatto di bellezza e forze naturali, non di strade, asfalto, città e tecnologia. Ci crogioliamo in quest’acqua bellissima e facciamo foto su foto per non dimenticare il momento.
Zuppi e contenti torniamo al San San Tropez. Aperitive- time con red strip e patatine, le bambine giocano con il figlio del proprietario, un simpatico bambino di 6 anni, mentre noi cerchiamo di capire che tempo fa domani… Un altro giorno di pioggia non lo possiamo sopportare, speriamo almeno nella cena….che però come volevasi dimostrare delude le nostre aspettative… È finito tutto! Pure la pizza! È rimasta solo la pasta alla bolognese alla modica cifra di 19 dollari al piatto… Per Rocco è troppo! Brutto tempo e niente cibo, la combinazione perfetta per farlo sbroccare!!
Speriamo che almeno domani il tempo sia meglio…
4 GENNAIO
Evvai!!! Manco una nuvola!! Mare mare e ancora mare! Facciamo una mezza specie di colazione che definirei indecente rispetto a quelle fatte finora… Ma chissenefrega, mi sa che ‘sto tizio proprietario dell’hotel sta in bianco arrovinato! il tempo è meraviglioso e del resto non ci frega niente. Siamo i primi turisti ad arrivare a Frenchman’s Cove… È uno spettacolo della natura.. una delle spiagge più belle e particolari che abbiamo mai visto… Un fiume trasparente attraversa una giungla verde e impenetrabile , si unisce alla cristallina acqua dei Caraibi per formare una baia incantata !
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Non so se le foto rendono giustizia a questa meraviglia, certo è che ne facciamo tantissime, ci sono anche delle altalene che rendono il posto ancora più magico, la classica spiaggia dei sogni! Per almeno un’ora siamo da soli poi mano mano arrivano altri turisti ma comunque sempre pochi, non ci disturbiamo a vicenda contribuendo a non rovinare l’atmosfera da “cartolina dai Caraibi” che si è creata. L’unica nota dolente è il cibo… Ma possibile che non riescono a fornire un servizio decente?? La Giamaica è un posto bellissimo e Port Antonio è una perla ancora inesplorata , l’unico problema è che questa zona è completamente impreparata all’arrivo dei turisti, li vedono solo come polli da spennare al momento non come un’assicurazione per il futuro.
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Dopo Frenchman’s Cove andiamo a vedere un’altra spiaggia bellissima, Winnifred beach, mare fantastico e spiaggia molto freakkettona, però ormai è tardi ed è rimasta pochissima luce, ci torneremo domani.
A cena prendiamo l’auto e andiamo a Port Antonio, all’inizio volevamo andare alla Errol Flynn Marina ma ci sembrava un pò abbandonato e quindi abbiamo optato per Italian Job un ristorante italiano il cui proprietario Gianmaria ci ha fatto una buona impressione, alla fine il cibo è pure buono per essere nel posto più sperduto dei Caraibi!
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5 GENNAIO
Oggi è l’ultimo giorno a Port Antonio e dobbiamo sicuramente andare a visitare la Laguna Blu, famosa per essere stata la location del film omonimo con Brooke Shields. Prima andiamo alla San San beach, spiaggia a mezzaluna con una sabbia dorata e un mare turchese, qui incontriamo un tipo che ci propone una barca per andare a Monkey Island ( piccolo isolotto paradisiaco ) e alla Laguna Blu a 30 dollari, il maritino, noto venditore, tratta per 20 e la spunta, grande! È sicuramente il prezzo migliore finora sentito perché i tizi della Laguna Blu chiedevano 60 dollari.
Arriva una barchetta a motore a prenderci direttamente alla San San beach. Il tragitto per arrivare a Monkey Island è brevissimo… L’isoletta è un incanto, un punto di verde foresta tropicale orlata da una striscia di sabbia dorata e poi il mare caraibico che è veramente uno spettacolo di colori e di odori… Direi un mare con personalità! Ci facciamo un bel bagno con tanto di chiacchierata con due chef italiani che vivono a New York. Molti cercano lavoro all’estero per andare via dall’Italia e loro invece sono talmente da tanto tempo fuori che vogliono ritornare… Delle volte viaggiare ti aiuta anche ad apprezzare di più il proprio paese.
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Dopo Monkey Island il nostro capitano ci porta alla Laguna Blu. Il posto è mitico sia per la fama del film dalla quale prende il nome sia perché è veramente bella! Un Blu Hole impressionante profondo 60 metri, ha un colore blu cobalto, quasi elettrico dato anche dall’incontro tra acqua dolce e fredda di sorgente e acqua salata e calda del mare. La nuotata che faccio con Elena al centro della laguna è bella con un gusto d’avventura vista la profondità dell’acqua e la strizza della mia “coraggiosa” figlia! Anche Rocco si fa un tuffo mentre Diana è infreddolita e resta in barca.
Il tour finisce e il paesaggio che ammiriamo dalla barca tornando alla San San beach è bellissimo!
Poi diretti a Winnifred beach, la spiaggia freakkettona che il giorno prima avevamo visto al tramonto, ora vogliamo vederla alla luce del sole… E meno male che l’abbiamo fatto! L’acqua è un colore assurdamente azzurro,di varie sfumature, bellissimo… Sembra di fare il bagno in delle piscine naturali.
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Ad un certo punto vediamo un gruppo di ragazzi italiani che si sta mangiando dei ricci , li assaggiamo pure noi e sono molto simili a quelli mediterranei ma molto più pieni! Dietro la spiaggia è pieno di baracchette di legno che preparano da mangiare, solo che la loro igiene lascia molto a desiderare tanto che stiamo desistendo dal mangiare in spiaggia.. Quando vediamo l’ultimo chiosco sulla destra… Innanzitutto meglio costruito e meglio pitturato rispetto agli altri, poi lo chef è capace a fare un po’ di pubbliche relazioni, cosa che mal riesce alla maggior parte dei giamaicani fumati…
E quindi, dopo aver fatto anche il tour della “cucina” decidiamo di restare e di ordinare aragosta… Fantastico! Ci portano delle aragoste saporitissime e ben cucinate! Abbiamo fatto centro e poi il posto è così caratteristico che più che un pranzo è diventato un tour!!
La serata poi si conclude in bellezza e in “meditazione” osservando le stelle e rilassondoci con i famosi “prodotti locali” … Sono tante le esperienze che ho vissuto con mio marito… questa ci mancava! E come al solito quando facciamo le cose insieme sono sempre più belle che da soli, hanno un sapore più intenso, e soprattutto insieme ogni momento vale la pena di essere vissuto, perché un’esperienza che non vivo con Rocco è un po’ una mezza cosa, non è completa, solo quando la condivido con lui acquista valore.
6 GENNAIO
Pronti per una nuova avventura … Destinazione Treasure Beach. Lasciamo un piccolo pezzo di cuore a Port Antonio, c’ ha conquistato con il suo fascino da zona di frontiera, molto wild e pochissimo turistica considerando che in tutta Port Antonio ci sono solo 220 stanze in affitto!! Ecco perché si vedono così pochi turisti in spiaggia. Chissà se tra 10 anni torniamo ed è tutto cambiato!
La strada per arrivare a Treasure beach è subito affascinante , piccolo tratto di zona costiera e poi in mezzo alle montagne, quasi claustrofobiche per la vegetazione che ci sommerge. Arriviamo ai confini con Kinsgton che a malapena sfioriamo, però così a prima vista non ci sembra la classica città del terzo mondo con bidonville sparse un po’ ovunque, anzi sembra ordinata e ad un certo punto prendiamo pure un’autostrada, la toll road…incredibile la Giamaica che non ti aspetti! Il viaggio è lungo circa 4 ore e mezza ma piacevole perché i paesaggi che incontriamo sono vari e affascinanti. Ad un certo punto dobbiamo però prendere la strada per arrivare alla costa e quindi a Treasure beach, purtroppo Google maps alcune volte non è affidabilissimo e ci fa imboccare una serie di strade sterrate che ci preoccupano non poco… Per fortuna incontriamo un tipo stranissimo con macchina scassatissima, che però molto gentilmente chiede se abbiamo bisogno d’aiuto… Direi di sì, la strada presa è sicuramente sbagliata!! Finalmente prendiamo la giusta direzione e ci immergiamo in questa nuova tappa del nostro viaggio.
Già il paesaggio è diverso, le strade sembrano meglio tenute così come le abitazioni, e poi c’è molto meno vegetazione, questo perché la costa sud della Giamaica ha un clima più secco. Fa caldo e il sole splende impetuoso ma noi finalmente arriviamo alla nostra oasi: Il Marblue Hotel è fantastico… Non ci aspettavamo una cosa del genere… Abbiamo una vera e propria villa tutta per noi con tanto di vista su piscina e poi sul mare!! Come si fanno a contenere le bambine? Subito tuffo in piscina e il resto del pomeriggio lo passiamo a crogiolarsi in questo stupendo boutique hotel.
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7 GENNAIO
Alle 8 in punto ci servono la colazione nel nostro patio… che lusso! E poi il ragazzo che ci fa un po’ da maggiordomo è fantastico, bello, intelligente ed educato. Mamma mia come si sta bene al Marblue Hotel! La tentazione di farci coccolare tutto il giorno è forte ma oggi è una giornata intensa: prima Safari lungo il Black River per ammirare i coccodrilli nel loro habitat e poi una visita al bar più cool del mondo , il Pelican bar!
Ci dirigiamo verso Black River e ci accordiamo con l’agenzia più famosa, hanno un tour che parte alle 11.30 bene! È il nostro! Una figata perché il capitano/guida è molto bravo e il suo inglese riusciamo più o meno a capirlo, e poi ci sono pochissimi turisti… che bello non far parte di quei mega gruppi da tour operator! Ci godiamo la risalita sul Black River ammirando un panorama bellissimo e primordiale. I coccodrilli se ne stanno placidi sul fiume, gli uccelli volano e la brezza che soffia è la nostra aria condizionata naturale. Passiamo l’ora immersi nella natura più completa.
Finito il tour ci fermiamo in un localino sulla spiaggia il Cloggy’s on the beach consigliato anche dalla Lonely Planet, il posto merita, è un bel chioschetto arieggiato e la vista è impagabile, ordiniamo aragosta e conch…bello tutto… Facciamo foto…e aspettiamo…e ancora aspettiamo, facciamo altre foto… E riaspettiamo…. io leggo, Rocco vede le foto, Elena scrive, Diana gioca … E aspettiamo… Oh ma quanto dura questo scherzo?!? Dopo un’ora e mezza ad aspettare il cibo ordinato ci siamo dimenticati della bellezza del posto, va beh i tempi caraibici, va beh no problem, respect e relax… Ma che palle!! Tranne pochissime eccezioni troviamo che i giamaicani che lavorano nei chioschi o nei ristorantini sulla spiaggia siano un po’ “de coccio”! Alla fine ci arriva il pranzo ed è con una quantità di aglio e spezie esagerate, meno male che avevamo detto ” no spicy” , ennesima dimostrazione del discorso appena fatto….
8 GENNAIO
Anche oggi colazione servita nel nostro patio privato fronte piscina… È veramente troppo figa ‘sta cosa! Ci piace essere viziati e qui al Marblue Hotel, il sevizio è da 10 e lode. Salutiamo Andrea, la proprietaria e il pischelletto che c’ha fatto ricredere sulla voglia di lavorare dei camerieri giamaicani!
Prima di raggiungere Negril vogliamo visitare un’istituzione della Giamaica : la Appleton Estate, dove si produce l’ottimo rum Giamaicano. La strada per arrivarci grazie a dio è ben segnalata perché se avessimo seguito le indicazioni di Google maps a quest’ora stavamo ancora impantanati in qualche fosso!
La tenuta è enorme e caratteristica, la piantagione di canne da zucchero è infinita, quasi non si vede la fine. Prima ti accolgono in un bar dove ti offrono pezzetti di canna da zucchero da succhiare e un rum ponch che mi è bastato un sorso per farmi girare la testa, poi belli sbronzi ce ne andiamo in giro per la tenuta a fare foto. La prima cosa che colpisce della Appleton Estate è l’odore fortissimo di melassa fermentata, piacevole a tratti ma per lo più puzzolente! Vediamo come veniva fabbricato il rum nel diciottesimo secolo e poi la fabbrica moderna con bollitori e altre diavolerie difficilissime da capire visto che ovviamente la guida parla inglese e spesso succede che “porcas miserias stavoltas non ho capitos niente!”, mentre per quanto riguarda la degustazione dei 9 tipi di rum stranamente lì capiamo tutto! E sono uno più buono dell’altro specialmente quello invecchiato 20 anni!
Leggermente allegrotti riprendiamo la strada per Negril, passando prima per Bamboo Avenue, una strada la cui caratteristica è quella di essere sovrastata da una galleria creata dalla natura con le canne di bamboo.
Mangiamo strada facendo in una specie di loro fast food il Juicy Patty, i patty sono delle specie di calzoni ripieni di varie cose, per lo più piccanti, porca miseria in Giamaica solo nel caffè e nell’erba non ci mettono le spezie!! Va beh abbiamo provato anche questo.. Niente di che in verità.
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Arriviamo a Negril che il sole è splendente non vediamo l’ora di tuffarci in acqua, peccato che però expedia ha sbagliato a comunicare il cambio prenotazione e il Traveller’s Beach Resort ci aspettava per il giorno dopo! Per fortuna tutto si risolve e anzi ci danno pure la superior invece che la standard!! Non resistiamo neanche un secondo e andiamo subito alla scoperta della Seven Miles Beach… Prima però tuffo in piscina, le bambine quando la vedono sprizzano gioia da tutti i pori, è troppo bella e non possono proprio resisterle. La Seven Miles Beach è un incanto, una specie di tortura per noi camminatori senza sosta, vorremmo percorrere tutti i suoi 10 chilometri… Ma dobbiamo fare i conti con due nanette che non hanno nessuna intenzione di faticare.. Va bene stasera ci accontentiamo di un piccolo giro d’esplorazione ma domani assolutamente mega camminatona!
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Locali uno dietro l’altro, c’è l’imbarazzo della scelta, I venditori ambulanti vendono di tutto e cercano sempre di appioppartelo però non sono insistenti come ci avevano fatto credere, alla fine si reggono benissimo. Per la cena andiamo al Bar-B-Barn, dove mangiamo aragosta e ci godiamo un concertino reggae niente male, concludiamo la serata con una bella Pina Colada e poi a letto, domani ci aspetta una spiaggia da sogno..
9 GENNAIO
Negril è veramente un paradiso, la Seven Miles Beach alla luce del sole mattutino è ancora più bella, i colori del mare sono qualcosa di incredibile, sfiorano tutte le gradazioni del celeste… Abbiamo visto molti mari nei nostri viaggi, tra cui le Maldive che si sa sono tra le isole più belle del mondo, comunque Negril tiene testa!!
Dopo colazione, fatta in un baretto vicino al Traveller’s cerchiamo di stare tranquilli al resort per almeno 15/20 minuti tra bagni e sole… Però la voglia di esplorare è sempre più forte di noi e quindi prepariamo psicologicamente le bambine per la grande passeggiata! Ci incamminiamo per la Seven Miles… Bella bella bella! È proprio una spiaggia da vivere, con i suoi chioschi, gli hotel, i venditori ambulanti che ti offrono di tutto, la musica reggae sempre in sottofondo e il perenne odore di marjuana che aleggia nell’aria. Individuiamo una spiaggia dove fare base il giorno dopo, si chiama Woodstock, i lettini e l’ombrellone sono gratis, si affitta solo il materassino per 5 dollari.. Domani staremo qua, intanto continuiamo la passeggiata fino al Margaritaville dove ci sono dei galleggianti a forma di scivolo davanti a cui le bambine non sanno resistere. L’atmosfera che regna a Negril è pacifica e tranquilla, qui veramente capisco il no problem e il respect che è un po’ il motto giamaicano, tra l’altro i camerieri sono nettamente più svegli che nelle altre parti della Giamaica.. si vede che sono abituati ai turisti. Mangiamo “Da Gino”, una pizzeria che ha poco di italiano, infatti qualche giorno dopo scopriamo che il proprietario è stato ucciso e che di italiano è rimasto solo il nome! Bagno in piscina e poi la cena al nostro hotel con tanto di drink finale… Ormai c’abbiamo il vizio!
10 GENNAIO 2016
I giorni a Negril passano in un lampo, ci si rilassa troppo! Oggi andiamo al bar adocchiato il giorno precedente Woodstock, un pezzo della Seven Miles Beach veramente notevole.. I lettini sono troppo comodi e i materassini fighissimi per fare il bagno.. Foto. Foto e ancora foto! Relax estremo tra smoothies alla papàya e pranzo a base di aragosta.. Stiamo troppo bene! Il tramonto invece non lo ammiriamo dalla Seven Miles Beach ma decidiamo di andare al famoso Rick’s cafè.
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Il Rick’s cafè sarà un posto prettamente turistico ma comunque rimane una figata! Gente cool, musica reggae dal vivo, tramonto 10 e lode e poi la scogliera e il mare dove i tuffatori esperti e meno affrontano il vuoto sono un paesaggio epico. L’atmosfera anche qui è “Giamaica” pura! Rimaniamo un bel po’ ad ammirare i tuffatori.. Poi a cena di nuovo alla 7 Miles beach, stavolta pizza! Non c’è la facciamo proprio più della cucina giamaicana, dichiariamo tregua! Pizza per noi e pasta al pomodoro per le bambine che la divorano affamate, ormai abbiamo capito che ad un certo punto del viaggio le bimbe hanno proprio bisogno di ritornare a mangiare “normale”. … E pure noi!!
E poi Pina colada e dirty papàya al Traveller’s, il barman del nostro hotel è veramente bravo..e noi ormai c’abbiamo il vizietto!
11 GENNAIO
Il fatidico ultimo giorno è arrivato, giornata al mare. Il Woodstock è la situazione che più ci piace, non siamo da villaggio turistico italiano, ci piacciono più questi posti alternativi. Oggi facciamo a piedi l’altro pezzo di Seven Miles Beach che ci mancava, abbiamo praticamente corrotto le bambine promettendole di fermarci al Margaritaville con i gonfiabili. Passeggiamo per la 7 Miles beach e vediamo le spiagge dei mega albergoni all inclusive, tutte bellissime, però ripeto non è la vacanza che mi attira, qui non sei in Giamaica! Mangiamo al Margaritaville e come promesso bagni ai gonfiabili. Ritorniamo al Woodstock dove le cucciole fanno amicizia con due bambini Steven e David di madre italiana e padre giamaicano. Parliamo un po’ con la loro mamma del nostro viaggio, della Giamaica e dei giamaicani.. Alla fine le nostre impressioni sono molto simili alle sue che ha vissuto qui per 4 anni ed è sposata con un giamaicano. Il paese è bellissimo, selvaggio e fantastico per la sua autenticità, i giamaicani invece alti e bassi, troppo pochi sono quelli con un minimo di intuito imprenditoriale.
Ci godiamo l’ultimo tramonto sulla spiaggia…bellissimo! Anche stasera pizza e cocktail finale.
12 GENNAIO
Oggi si parte e si saluta questo paese da sogno… Mentre percorriamo la strada che da Negril ci porta a Montego osserviamo per l’ultima volta questo verde meraviglioso che è la vegetazione della Giamaica e l’azzurro abbagliante del mar dei Caraibi che ci fa sognare sempre… La Giamaica non è una semplice vacanza ma è un’esperienza… Un paese selvaggio che tante volte durante il nostro gironzolare abbiamo paragonato all’Africa, un viaggio che, come tutti i nostri viaggi, ci fa sempre più famiglia!
La Giamaica è la sua bandiera, verde per la natura, nero per la sua gente, giallo per il sole che qui è forte e abbagliante… Già ne sentiamo la nostalgia e la salutiamo come fanno loro YA MAH!!
anita
Ciao, mi è piaciuto molto il tuo racconto di viaggio, ad agosto ho organizzato un viaggio di 10 giorni con mio marito e due figli in Jamaica mi piacerebbe fare un tour a tappe Ocho Rios, port Antonio e Negril, ti scrivo per sapere in merito ai trasferimenti: mi potresti inviare il contatto del vostro driver, che ci possa seguire per l'intero tour. Grazie 1000 Anita