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Brasile: Rio de Janeiro, Iguazù, Costaverde on the road
Quello di questo Natale è un viaggio insolito, diverso dagli altri perché completamente improvvisato. Di solito studiamo un viaggio mesi e mesi prima, facciamo un itinerario ben dettagliato e programmiamo bene le visite. Questo invece è tutto improvvisato. Fino all’ultimo non sappiamo neanche se riusciremo a partire visto che stiamo usando i biglietti staff della ITA Airways. E quindi la sera del 24 dicembre invece del cenone della Vigilia, ce ne andiamo all’ Aeroporto. Il volo scelto è un diretto per San Paolo, la fortuna è dalla nostra, riusciamo a partire addirittura in business! Che sballo! “Spremute di arancia in bicchieri di cristallo” per citare il principe di Bel Air. Oh mio Dio! Che esperienza incredibile! Viaggiare così è un sogno! Ce la godiamo tutta… chissà quando ci ricapita!
rio de janeiro
25 dicembre
Buon Natale! Atterrare di nuovo in Brasile è un’emozione. Io e Rocco nel 2005 abbiamo fatto un viaggio indimenticabile, è un paese che ci ha fatto vivere delle esperienze uniche ecco perché ritornare in questa magnifica terra ci fa vibrare l’anima.Usciamo dall’aeroporto di San Paolo e con un Uber andiamo alla stazione dei Bus – Tiete. L’obiettivo è quello di prendere un pullman che in circa 6 ore e mezza ci porterà in una della nostre città preferite nel mondo…Rio de Janeiro. Alla stazione Tiete scegliamo totalmente a caso una delle centomila compagnie di bus. Prendiamo la Expresso Do Sol, il nome è figo, i prezzi sono buoni e poi parte tra mezz’ora. Il viaggio è piacevole, attraversiamo un territorio pieno di verde, pianure e campi coltivati, alternati a colline e foreste tropicali. Ci fermiamo a mangiare in una mega stazione di servizio, il nostro pranzo di Natale è un buffet brasiliano senza infamia e senza lode.
Alle 15.00 arriviamo a Rio!! Altro Uber ( grazie a chiunque l’abbia inventato!) e subito direzione Copacabana. Il nostro Hotel l’ Orla Copacabana è proprio sull’Avenida Atlantica, tra Copacabana ed Ipanema. Ha un roof top con bagnarola che chiamano piscina ma la vista sulla mitica spiaggia di Copacabana è fantastica! Vale assolutamente il viaggio!
Adoro Rio de Janeiro… sento di nuovo tutte le emozioni che mi ha dato la prima volta che l’ho vista. E’ dinamica, è sportiva, è affascinante, è libera, è impulsiva, è giovane… qui non ci sono vecchi, perché qui anche gli anziani sono “giovani”, basta fare un giro per Copacabana e capirete la mia strana teoria.
Passeggiamo un po’ sulla praia per sentirci dei veri “carioca” e poi ci dirigiamo verso Ipanema, in particolare andiamo alla Pedra do Ampador, da lì ammireremo il tramonto, con il sole che scende sul mare e con i suoi ultimi raggi illumina uno scenario incredibile… tutta la spiaggia di Ipanema e le sue iconiche montagne, “i due fratelli”… meraviglia!! La cena di Natale è a base di gamberi in uno dei tanti chioschetti di Copacabana.
26 dicembre
L’obiettivo di oggi è il Cristo Redentor! Purtroppo il meteo di questi giorni abbiamo visto che sarà un po’ ballerino e quindi siccome ci alziamo che c’è un po’ di sole ne approfittiamo per far vedere alle ragazze uno dei simboli di questa città. Sempre con Uber con pochi real (moneta brasiliana) raggiungiamo la fermata del trenino per il Corcovado. Anni fa noi ci siamo arrivati in maniera autonoma con un taxi, ora ho capito che non è più possibile. Nella Lonely Planet abbiamo letto che i biglietti del treno si comprano sul sito e non si possono prendere per il giorno stesso.. Beh non è così! Siamo arrivati alla biglietteria e abbiamo comprato tranquillamente i biglietti senza neanche troppa fila considerando che siamo a Natale!
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Con il treno attraversiamo una vera e propria foresta che circonda il monte Corcovado. Rio de Janeiro è praticamente una metropoli con al suo interno una foresta tropicale intatta. Bellissima! Raggiungiamo la cima del monte con il trenino, ma non si è ancora arrivati al punto finale, si salgono delle scale e poi piano piano ti appare la statua vista da dietro…bella e imponente… e come dice Rocco: Non è solo e semplicemente il simbolo di questa città, è un abbraccio al Mondo e alla “Cidade Maravilhosa”, è protezione e amore.
Dunque tutto bello… peccato il tempo nuvoloso e le millemila persone … però non demordiamo e come i miglior turisti giappo-cino-coreani scattiamo migliaia di foto, con gente, senza gente, in piedi, seduti, sdraiati… insomma ce ne inventiamo di tutti i colori per ottenere delle foto decenti!
E lui, il Cristo, protagonista di migliaia di selfie, rimane lì imperturbabile, quasi comprensivo o comunque rassegnato alla stupidità di noi uomini..
Come dicevo questo viaggio è molto improvvisato, un po’ come quelli che facevamo prima, prima di Internet che ti spiega per filo e per segno cosa fare e dove andare, prima di tripadvisor, di Instagram e prima dei blog di viaggio… quindi giriamo la città a sentimento, senza un piano ben preciso. E così a caso riscendiamo dal Corcovado e ci dirigiamo verso il Giardino Botanico, ma non entriamo lì, ci fermiamo prima, al Parque Lage, un parco ad ingresso libero che fa parte del più grande complesso del TIJUCA NATIONAL PARK, la foresta che circonda il Corcovado. Una bellissima passeggiata tra grotte, ponti, alberi e scimmie.. e sempre per caso ci imbattiamo nel Caffè della Plage, ospitato dentro l’Accademia delle belle Arti, un luogo iconico.. una struttura antica, una piscina circondata da un bellissimo patio e il tutto con vista Corcovado e statua del Cristo come sfondo.
27 dicembre
Sveglia presto perché ancora non ci siamo abituati al fuso orario e dopo la magnifica colazione nel nostro Hotel Orla Copacabana ci facciamo portare da un Uber a Santa Teresa. Arriviamo in un quartiere ancora dormiente… nessun turista, pochi abitanti , e locali ancora chiusi… ma le strade acciottolate e tortuose, gli edifici antichi e sgarrupati, i murales presenti ad ogni angolo fanno di questo quartiere arrampicato sulle colline un posto unico… ci si arriva con il tram giallo, ma ne passa uno ogni mezz’ora e un po’ a rilento, quindi in conclusione ci siamo soli noi e dopo la folla del Corcovado è bello poter girare e fare foto liberamente. Ogni murales che incontro lo fotografo, per la contentezza dei miei compagni di viaggio, Rocco Elena e Diana!
L’obiettivo comunque di questa visita non è solo fotografare i murales ma arrivare alla Scalinata di Jeorge Selaròn, un pittore e ceramista cileno che ha trasformato una scala in una vera e propria opera d’arte.
E qui i turisti ce ne sono a bizzeffe! Ma riusciamo comunque a fare le foto ricordo giuste.
Il caldo si fa sentire e gli abitanti intelligenti di questa città si sono attrezzati a farti una capirinhia ghiacciata in qualsiasi angolo e in qualsiasi momento tu ne abbia bisogno! Come non approfittarne? Che fai? Non te la fai una capirinha alle 11 del mattino alla modica cifra di 2 euro? Eh si dai! Rincuorati dall’alcool ci dirigiamo verso il centro della città ma Rio de Janeiro non và sottovalutata… Ti inganna con la sua bellezza, ti rincoglionisce con i suoi miti e le sue icone, ma non appena giri l’angolo e ti allontani dalla strada “segnata”, eccola lì la sua anima, fatta di tanta povertà e di favelas cresciute a dismisura proprio accanto a posti mitici come Copacabana ed Ipanema.
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Ed il Centro della città è uno di questi posti di “passaggio”, ossia il turista può andare tranquillamente dritto in una strada, ma non deve assolutamente girare in una delle sue traverse.. e a noi ci stava capitando, stavamo attraversando una strada che era meglio non percorrere, per fortuna un carioca di animo gentile ci ha preso da parte e ci ha di nuovo fatto prendere la strada giusta! Quindi di nuovo sulla retta via attraversiamo il centro fino alla Caffetteria Colombo, tappa al mega negozio di havaianas e poi pomeriggio di mare a Copacabana.La sera passeggiata ad Ipanema ammirando i tanti giocatori di beach soccer che continuano a giocare pure di notte (vabbè dai un po’ esagerati con questa mania dello sport!), e cena in un buonissimo ristorantino il Balalando con musica dal vivo e picanha degna di nota. Una cosa che notiamo è che la città è assolutamente gay-friendly. Ci sono stranamente poche belle ragazze, ma al contrario tantissimi stra-fighi … e di solito più della metà di questi stra-fighi è gay!
28 dicembre
Stamattina promette bene e mentre a Copacabana fervono i preparativi per l’ultimo dell’anno noi ci andiamo a visitare una parte della città che non avevamo ancora visto, Urca e il suo molo di pescatori e la piccola e preziosa Praia Vermelha… un posto altamente scenografico, proprio sotto al Pan di Azucar, con palme e spiaggia dorata, mare calmo, sedie e ombrelloni in affitto, acqua di coco e spiedini all’occorrenza…ma che meraviglia! I carioca, ma direi i brasiliani in generale vivono la spiaggia in un modo troppo easy, più che sdraiati preferiscono stare seduti su delle sedie-sdraio a parlare, mangiare, bere birra e fare tanto tanto sport… fantastico! Noi invece facciamo gli italiani e ci spiaggiamo proprio a 4 di spade sull’asciugamano! Il bagno è d’obbligo anche se l’acqua in verità è un po’ freddina.
Per andare al Pan di Azucar c’è una fila abnorme…mi sa che per questa volta rinunciamo.
Per pranzo preferiamo tornare a Copacabana in uno dei sui fantastici chioschetti, gamberi e birra e passa tutto! Il pomeriggio il tempo non è dei migliori, e guardando le previsione capiamo che ci sarà una forte perturbazione a Rio de Janeiro e San Paolo nei prossimi giorni, quindi visto che questo viaggio è all’insegna dell’improvvisazione, cambiamo programmi e ci organizziamo un volo per Foz de Iguazù. Le previsioni danno un sole che spacca le pietre, noi abbiamo visto le cascate di Iguazù nel 2005, ma come facciamo ad essere in Brasile e non far vedere alle ragazze questa meraviglia della Natura? E quindi deciso domani si riparte! La sera la passiamo ad un ristorante top che ci ha consigliato un nostro amico il Fogo de Chao sul lungomare di Botafogo. Vista spettacolare e cibo ottimo con una pichana che da sola vale il prezzo.
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29 dicembre
Oggi partiamo per Iguazù ma abbiamo l’aereo nel tardo pomeriggio, ci organizziamo quindi una bella mezza giornata a Rio. Decidiamo di imitare i carioca e fare un po’ di sport affittando le biciclette e percorrendo tutta la ciclabile di Copacabana fino a raggiungere Leme la sua punta estrema e il Paseo do pescatore, una strada che si inerpica sulla collina e che offre una bellissima vista su tutta Copacabana … peccato che il cielo sia un po’ nuvoloso, ma non arresta minimamente la voglia di divertirsi e di vivere la spiaggia dei carioca!
Anche se il cielo minaccia pioggia c’è caldo, c’è gente che sta in spiaggia, che fa surf, va sul sup, gioca a beach soccer, mangia, beve, ci sono i venditori con i loro coloratissimi parei, chioschetti che preparano la caipirinha più buona mai assaggiata, con frutta, senza frutta, con vodka o senza vodka, c’è un fermento ed una vita così “tropicale” e “brasileira” che non si può non innamorarsi di questa città meravigliosa! L’ho ammirata 16 anni fa e andando via ho lasciato un pezzetto di cuore che in questi giorni ho ritrovato…
Ultimo giro nella via simbolo dello shopping di Ipanema, pranzo al ristorante cinese di Copacabana, perché erano giorni che lo stavamo adocchiando e perché poi in fondo siamo un po’ matti e poi pronti per una nuova avventura verso le cascate di Iguazù. Arriviamo al Cataratas Park Hotel che ormai è sera tardi e non si può cenare, quindi ordiniamo una terribile pizza da asporto che mangiamo sul letto della stanza…d’altronde anche questo è viaggio!
CASCATE DI IGUAZU'
30 DICEMBRE
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Le stanze del Cataratas Park Hotel non sono niente di speciale, sembra un po’ un motel, ma la colazione è da paura e la zona con le tre piscine è degna di un resort. Ci sono oltre 30 gradi, il sole splende, noi siamo in forze, ben rifocillati e pronti per l’avventura! Non abbiamo organizzato assolutamente niente, le receptionist nella hall parlano un inglese peggio del nostro ma per fortuna ci chiamano il tassista più sveglio della zona e grazie al nostro Tarciso arriviamo velocemente al Parco Nazionale di Iguazù – Lato Argentino. I biglietti ci costano 4.000 pesos a testa. Entriamo in questo magnifico ecosistema, si inizia con un piccolo sentiero in mezzo alla giungla dove osserviamo delle mosche giganti, poi si prosegue verso il Circuito Superior, ossia un percorso di circa due chilometri che ti permette di vedere il complesso della cascate dall’alto, e di ammirare dei salti pazzeschi da togliere il fiato, come il salto Bossetti, le Dos Hermanas, Adam y Eva e il salto Mendez.
Lo scenario è pazzesco, sembra di essere stati catapultati in un altro mondo. Si passa poi al circuito Inferior e si passa proprio davanti ai Salti visti prima dall’alto. Il rumore dell’acqua è musica, gli schizzi che ti arrivano mentre cammini ti rinfrescano e tutta la gente che incontri e che vorresti uccidere perché ti entrano a cazzo dentro una foto bellissima che stavi facendo alla fine la sopporti, perché è il prezzo da pagare per vivere questa meraviglia, in fondo è talmente uno spettacolo meraviglioso che è ingiusto non condividerlo.
Purtroppo non possiamo completare tutto il cammino inferior e non possiamo andare sopra la Gargantua do Diablo perché la pioggia dei mesi scorsi ha fatto crollare completamente le passerelle di legno, come ha detto la guida argentina che abbiamo incontrato per caso : “La Naturalezza è viva”.
Soddisfatti della nostra visita ci facciamo accompagnare da Tarciso in un ristorane Argentino il Parilla Pizza Color dove mangiamo una carne buonissima! Il pomeriggio lo passiamo spaparanzati in piscina a bere cocktail e la sera ci facciamo una passeggiata a Foz do Iguazù, vogliamo studiare una bella situazione per la notte di capodanno. Anche stasera comunque mangiamo carne che alla fine è pure più buona del pranzo, al Rafain Chop e decidiamo di passare l’ultimo dell’anno al ristorante giapponese Hokkai che domai sera non fa menù fisso, ma a la carte.
31 DICEMBRE
Oggi ci aspetta il versante brasiliano delle cascate, il percorso è più breve ma la vista è spettacolare perché si ha una visuale delle cascate più ampia. In lingua Tupi-Guarani Iguazù significa Grande Acqua. E quando ti trovi al cospetto di questo gigante della natura non puoi che essere d’accordo con gli indios indigeni del luogo, ti puoi solo inchinare davanti a questa magnificenza e sperare che gli stupidi uomini non rovinino tutto come al solito. Ci sono dei percorsi che piano piano ti fanno avvicinare alle cascate, fino ad arrivare proprio davanti alla gargantua Do Diablo, la cascata più alta e potente di tutte… il frastuono dell’acqua che cade è quasi una sinfonia… peccato davvero la troppa troppa gente… stiamo seriamente pensando di non viaggiare più durante le vacanze di Natale…
Facciamo una sorpresa alle ragazze e nonostante il prezzo da pazzi furiosi (tipo 80€ a testa) compriamo il pacchetto del Macuco Safari, ossia una breve passeggiata nella giungla con dei trenini elettrici e poi con dei mega gommoni si affrontano delle rapide e si va sotto le cascate. Beh che dire? Nonostante l’attesa infinita e nonostante il prezzo, è un esperienza fantastica! Meglio delle giostre di Disneyland! Prima si superano delle rapide non indifferenti che sinceramente mi hanno messo più paura della doccia sotto le cascate, adrenalina pura! Poi il guidatore, con un sadismo degno di Satana, ci porta sotto le cascate fino a che non siamo tutti completamente bagnati oppure svenuti per colpa dei getti d’acqua che scendono potenti e ti arrivano direttamente in testa! Ma a parte gli scherzi è veramente un’avventura entusiasmante, e il ritorno è un continuo ridere e gioire. Abbiamo però fatto tardissimo, non c’è praticamente più niente da mangiare e quindi ci arrangiamo con veloci snack nell’area del food. La cosa bella è che siamo finalmente soli e ci ammiriamo il fiume Iguazú in piena tranquillità
Ritorniamo nel nostro hotel per un sano pomeriggio tra piscina e alcool. La sera è il 31 dicembre e anche se di solito non ce ne frega proprio niente Foz de Iguazù ha una via bella piena di locali carini, qualcosa faremo…e invece proprio no! Riusciamo a cenare in un buonissimo giapponese ma poi tutti a casa Elena ha il febbrone e non si sente bene. Tachipirina e tutti a dormire.
ANGRA DO REIS
1 GENNAIO
Auguri di Buon anno! Per fortuna Elena si alza in forma, oggi giornata di spostamenti, abbiamo l’aereo di rientro per Rio de Janeiro. Come dicevo questo viaggio non l’abbiamo per niente organizzato, facciamo tutto all’ultimo momento, e all’ultimo decidiamo di affittare con Booking un’auto all’aeroporto di Rio e dirigerci verso la Costa verde. Dopo un attesa di 40 minuti capiamo però che Booking è meglio usarlo solo per i soggiorni tacci sua, infatti l’agenzia non trova il nostro numero di prenotazione. Per fortuna tutto si risolve al meglio: Booking ci rimborsa e l’agenzia locale ci trova un’auto fighissima a 200 euro in meno! E quindi ciao Rio ci dirigiamo verso Angra do Reis.
La strada che percorriamo è bellissima, una giungla con una vegetazione prepotente. Ad un certo punto ci sorprende un’acquazzone potente, minchia quasi da avere paura, ma veloce com’è arrivato per fortuna se n’è anche andato. Arriviamo ad Angra do Reis che sinceramente non ci fa una bella impressione però rimaniamo perché è la base di partenza per raggiungere Ilha Grande, quella che è il nostro obiettivo finale. Probabilmente non è solo il nostro obiettivo perché gli hotel decenti di Angra do Reis sono tutti presi e ci tocca accontentarci di una Pousada che definire basic è un complimento. Vabbè per lo meno è centrale e sulla spiaggia dove in serata hanno organizzato un mega concerto… figo da vivere fino ad una certa ora poi avrei voluto metterci una bomba visto che non finiva mai!!
Insomma una nottata da incubo!
2 GENNAIO
Ci svegliamo prestissimo perché dobbiamo assolutamente cambiare sistemazione. Per fortuna troviamo disponibilità all’ Angra Beach Hotel, molto carino! Andiamo al porto dove siamo assaliti da un sacco di venditori che ci offrono mille gite, però a noi non interessa il mega barcone che porta 100 persone in giro per 7 ore , vogliamo qualcosa di più esclusivo…e finalmente dopo diverse trattative troviamo la gita che fa per noi! Una barca privata che ci porta in giro per le Ilhas Paradisiacas, un gruppo di isole tra Angra dos Reis ed Ilha Grande.
Raggiungiamo la Ilha da Gipoia dove approdiamo per raggiungere la Praia do Dentista. Praticamente il nostro marinaio Japon che non spiccica manco mezza parola in inglese ci fa capire che a piedi dobbiamo attraversare l’isola per raggiungere la spiaggia famosa… peccato che, o lui si è spiegato male o noi non c’abbiamo capito niente, fatto sta che sbagliamo strada e ci avventuriamo in un percorso in mezzo alla giungla dove prima incontriamo un capibara e poi entriamo dentro una proprietà privata di qualche riccone… alla fine capiamo l’errore è riusciamo a raggiungere la Praia do Dentista, e indovina un po’? Non ci fa impazzire! Troppa troppa gente e troppe troppissime barche.
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Prossima tappa la bellissima Praia das Flechas dove ci fermiamo a mangiare in un bel ristorantino il Bar do Luiz. Dopo pranzo il nostro marinaretto Japon ci porta alla spiaggia più bella Ponta da Piedade, una striscia di sabbia che unisce l’Ilha da Gipoia con la piccolissima Ilha da Piedade… bellissima, un paradiso che sembra disegnato! Una striscia di sabbia bianca in mezzo al mare , l’isoletta da una parte e un piccolo promontorio dall’altra con addirittura sopra una chiesetta a rifinire il quadro. Un posto splendido! Dronata d’obbligo che testimonia tanta bellezza. Infine ultima tappa in una bella spiaggia dove depositano le uova le tartarughe. Bella giornata! Sarebbe bello finire con una bella cena ma purtroppo non siamo così fortunati .
3 GENNAIO
Bom Dia! Dopo la buonissima colazione dell’Angra beach hotel cerchiamo di capire che fare oggi. Gita di un giorno ad Ilha Grande oppure spiaggia privata dell’hotel ? Visto che non ci và di fare il solito tour organizzato con mega barcone preferiamo raggiungere la spiaggia dell’Angra beach hotel che dista circa 3 chilometri… beh?! Ma che figata! Una spiaggetta con molo privato e ristorante annesso , che ci ricorda moltissimo le Seychelles! Giornata favolosa e per fortuna stavolta concludiamo con una buonissima cena di pesce al ristorante Samburà.
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Ilha grande
4 GENNAIO
Abbiamo deciso di rischiare e nonostante le previsioni non proprio favorevoli raggiungiamo Ilha Grande, d’altronde quando ci ricapita? Come si fa a rinunciare a visitare un’isola tropicale senza auto, completamente ricoperta di giungla (la Mata Atlantica), con un mare limpido? E poi se ne vale la pena ci ritorniamo prima o poi in un altro viaggio…. Beh la conclusione è che ne vale la pena! Un posto autentico, un mare incontaminato, pace, serenità e vero spirito brasiliano. Facciamo tutto all’ultimo, niente di organizzato, troviamo il passaggio in nave per la spiaggia di Aracatiba (la parte più tranquilla dell’Isola) e poco prima di partire prenotiamo con booking la pousada Mar de Lua. Il motoscafo ci lascia direttamente sul pontiletto della Pousada, sotto il molo già si intravedono una miriade di pesci, ci sono lettini, amache, divanetti… tutto è pronto per il nostro relax… però la voglia di scoprire questa nuova tappa del viaggio è più forte della voglia di riposo! E quindi raggiungiamo la piccola spiaggia di Aracatiba alla destra della nostra pousada.
Una baia incantevole con spiaggia dorata, giungla intorno e mare verde, sembra la rappresentazione della bandiera del Brasile. Semplici baretti sulla spiaggia che sembrano rappresentare il sogno di ogni viaggiatore..peccato che non sono molto a buon mercato, ma si sa le isole hanno sempre questo tipo di problema, è difficile l’approvvigionamento e quindi i prezzi lievitano. Comunque ci facciamo un bel pranzetto fritto fritto fritto e poi andiamo a prendere possesso della stanza che ha una magnifica vista sulla baia.
E purtroppo il pomeriggio inizia il brutto tempo! Le ragazze rimangono in stanza a studiare, mentre io e Rocco decidiamo di farci una piccola passeggiata. Siamo venuti ad Ilha Grande anche perché è rinomata per il trekking, ci sono infatti tantissimi sentieri da percorrere, le spiagge si raggiungono o a piedi oppure con un taxi boat. Ci addentriamo nella foresta, ogni angolo è affascinante, il verde ha mille sfumature diverse, canneti, alberi dai frutti sconosciuti, è un immenso piacere per gli occhi e lo spirito. In spiaggia incontriamo anche degli italiani, una coppia di Roma e due ragazzi abruzzesi che vivono a Rio de Janeiro da 11 anni.
La sera andiamo in un ristorantino di pesce, ma direi senza infamia e senza lode.
5 GENNAIO
Piove! Disdetta! Tremenda disdetta! Non ci perdiamo d’animo e con i K-Way ci incamminiamo in uno dei tanti sentieri che ci sono nell’isola. Decidiamo di raggiungere la Lagoa Verde, un insenatura dove Adolfo, il proprietario della nostra pousada, ha detto esserci un bel ristorante galleggiante. Elena e Diana hanno poco voglia di camminare ma alla fine le coinvolgiamo. La passeggiata in mezzo alla giungla ne vale la pena, ci sono tratti facili da percorrere ed altri invece un po’ complicati soprattutto per via del fango e della pioggia, alla fine slittiamo parecchio! Arriviamo alla Lagoa Verde, il ristorante è chiuso ma la pioggia ci ha dato un po’ di tregua, giusto il tempo di fare un bel bagno. Arriva pure, per la gioia delle ragazze, un bel taxi boat che ci riporta alla nostra Pousada.
Peccato che il pomeriggio non la smette più di piovere, quindi niente gite, ci rilassiamo leggendo un bel libro. Per la cena scegliamo un locale vicino alla nostra pousada ma pure questa volta non siamo fortunati! Iniziamo ad essere un po’ stanchi dei sapori brasiliani, Elena e Diana si stanno sognando la pasta.. qualche volta succede nei viaggi che hai voglia di “masticare” dei sani carboidrati all’italiana per capirci.
PARATY
6 GENNAIO
E pure oggi piove! Purtroppo Ilha Grande ce la siamo goduta poco. Anticipiamo la partenza e prendiamo un taxi boat che ci riporta ad Angra dos reis. Solo che piove a dirotto e la piccola traversata diventa una doccia infinita, però ci divertiamo a prenderci per il culo e Ilha Grande è stata ufficialmente ribattezzata Sfiga Grande. Riprendiamo possesso della nostra bella Hyundai Creta e continuiamo il nostro on the road in Brasile.
Purtroppo il tempo non promette bene, ma d’altronde lo sapevamo, questo non è il periodo migliore per vedere il Brasile. Vabbè ce ne faremo una ragione, l’importante è che non piovi a catinelle come ad Ilha Grande. Ci dirigiamo verso Paraty attraversando strade bellissime, completamente immerse nella giungla. Arriviamo a Paraty e capiamo perché viene considerato Patrimonio dell’Umanità. Un piccolo gioiello coloniale incastonato tra il blu del mare e il verde intenso delle montagne ricoperte dalla foresta atlantica.
Ogni strada acciottolata racconta una storia antica, di pirati, di avventurieri, di antiche dimore storiche, di piantagioni… un posto sospeso nel tempo.E affascina noi come altri diecimila turisti! Incontriamo infatti una moltitudine di persone che cerca di non spaccarsi una gamba camminando sui sanpietrini che formano le strade di Paraty. Bella la città, affascinante la storia, stupende le case bianche con le porte dai mille colori… ma cacchio le strade sono un incubo! E quindi rischiando una storta al minuto ci giriamo questo piccolo gioiellino pieno di charme e troviamo anche una bellissima pousada dove passare la notte, la pousada Valhacouto.
ubatuba
7 GENNAIO
Colazione top con tanto di scimmietta dispettosa nel cortile della nostra Pousada e poi riprendiamo la macchina per continuare il nostro on the road. Ci dirigiamo verso la cittadina surfista di Ubatuba, come sempre il mare è sorprendente, ci sono delle baie con spiaggia bianchissima e finissima ed un mare verde smeraldo. Ed ovviamente tanti surfisti. La cittadina di Ubatuba è carina, niente di ché, ma la cosa figa per i viaggiatori è che è l’unica città costiera del Brasile dove passa il tropico del capricorno. C’è addirittura una piazza che indica questo simbolo così importane e noi ovviamente ci facciamo una foto d’obbligo!
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Ci fermiamo a pranzo in un bel ristorantino sul lungomare il Mah restaurant dove pranziamo con una loro specialità , pesce e frutti di mare cotti con il latte di cocco, tutto buono non c’è che dire.
Riprendiamo l’auto, vogliamo raggiungere San Paolo. La strada per arrivarci è sorprendente. Passiamo in mezzo ad un parco naturale, il Parque Estadual Serra do Mar, una vera e propria catena montuosa, tanto che le temperature si abbassano lievemente, ricoperta da una fitta foresta, attraversata da fiume, rapide e cascate. Purtroppo non abbiamo tempo di visitare questo parco perché vogliamo arrivare a San Paolo prima che faccia buio…Non è consigliabile girare per la città a cercare un hotel di notte. E quindi attraversiamo questo scenario meraviglioso per poi giungere dopo un paio di ore ad un’altra giungla, ma questa volta una giungla metropolitana: San Paolo – la città più grande del Sudamerica! La città con più di 20 milioni di abitanti e con la maggior concentrazione di ricchissimi e poverissimi del Brasile. Pronti ad affrontarla?? Intanto scegliamoci un hotel adeguato.. Il Radisson San Paolo è quel che fa per noi, un bel 4 stelle che in città come questa ti fa sentire più sicuri. Praticamente ad un passo dall’Avenida Paulista, il centro turistico di San Paolo. Cena ad un giapponese da urlo il Mitsuyoshi Restaurant… veramente fantastico e frequentato da tantissimi giapponesi il ché dà la misura di quanto sia buono.
SAN PAOLO
8 GENNAIO
Ed eccoci arrivati al nostro ultimo giorno di viaggio. Domani abbiamo l’aereo di ritorno. Oggi è domenica e quindi via subito a passeggio sull’Avenida Paulista che proprio ogni domenica viene chiusa al traffico e riempita di bancarelle varie. Compriamo un po’ di souvenir e beviamo i succhi più buoni di tutto il viaggio, un succo di acai e un mix con ananas, menta e carambola (frutto a noi completamente sconosciuto).
Ci divertiamo osservando un po’ di vita locale e poi con un uber decidiamo di andare a vedere il quartiere giapponese di San Paolo, sede della più grande comunità giapponese fuori dal Giappone.… anche qui mercato in mezzo alla piazza con decine di bancarelle che offrono street food giapponese che solo a guardare quello che fanno mi viene fame! Delle cose bellissime e fritte fritte… solo che la gente in attesa è astronomica.. sembra che i 2 milioni di abitanti di San Paolo si siano concentrati tutti a Liberdade! Quindi ripieghiamo per una via laterale e ci infiliamo in una tavernetta giapponese semi-sconosciuta dove mangiamo dei gyoza artigianali da paura, yakisoba e katsudon ottimi e già pensiamo ad organizzare un prossimo viaggio in Giappone.. diciamo che sui viaggi siamo facilmente influenzabili.
Dopo pranzo decidiamo di vedere la cattedrale che la guida Lonely Planet millantava come la quinta cattedrale gotica più grande del mondo. E’ vero… solo che per arrivarci dal quartiere giapponese devi camminare per circa un chilometro di cui gli ultimi 200 metri ti sembra di essere stato catapultato nel metaverso! Un accampamento di senza tetto ha fatto della piazza davanti la cattedrale la loro casa e purtroppo danno un’immagine della città davvero brutta e triste. Sono abbandonati a loro stessi, gli aiuti sociali per questi poveri disgraziati sono inesistenti e risultano invisibili agli abitanti di San Paolo che si girano letteralmente dall’altra parte quando li incontrano. Noi invece, che grazie a Dio siamo nati nella “grande mamma Europa”, rimaniamo scioccati. Non si tratta di qualche clochard che puoi trovare a Roma o a Parigi, si tratta di un quartiere completamente invaso dai barboni e contenuti in una zona dalle volanti della polizia che non li facevano passare nella parte “in” della città. Uno spettacolo umano disarmante… sembrava di essere circondati da zombie rassegnati alla loro realtà… praticamente scappiamo dalla cattedrale prendendo un taxi al volo e ritorniamo nella “bambagia” dell’Avenida Paulista.
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bruno
grazie per gli utili suggerimenti!