Namibia on the road

Partiti dall’Italia con volo Air France, dopo ben 11 ore e il rischio di perdere la coincidenza, arriviamo a Johannesburg. Ora ci attende un’altro volo per arrivare a Windhoek… Già all’aeroporto sudafricano respiriamo un po’ di Africa…      Ma quando arriviamo a Windhoek siamo veramente in AFRICA… La pista di atterraggio è sperduta in mezzo al deserto! E l’aria che ci accoglie è un piacevole vento caldo.

WINDHOEK

20 AGOSTO 2016

L’ Arebbusch hotel è veramente figo, ci fa subito immergere nello spirito avventuroso del viaggio, piccoli cottage accessoriati che però ti danno l’idea del campeggio e dell’aria aperta. Le bambine come al solito non resistono e raggiungono la piscina solo che l’acqua è di un freddo polare! Penso che probabilmente rinunceranno quando all’improvviso vedo quella matta di Diana tuffarsi a bomba seguita subito dopo da Elena che non vuole essere da meno della sorella! Due pazze scatenate!! Per cena abbiamo prenotato al Joe’s beer pub… Fantastico! Un locale di frontiera…di viaggiatori… Il posto giusto per noi! Infatti ci sentiamo subito affascinati da questo mix afro-tedesco, l’arredamento è un miscuglio di stili diversi, birra di sapore tedesco e cibo invece namibiano, abbiamo preso un mix di carne selvatica, orice, springbok e kudu… Che sapori!

SOLITAIRE

21 AGOSTO 2016

Prima di lasciare Windhoek, di cui non abbiamo praticamente visto nulla, tanto ci torniamo alla fine del viaggio, andiamo ad un mega centro commerciale per comprare delle scorte per il viaggio, beh d’altronde stiamo andando nel deserto…Oddio non ci posso pensare! Sono troppo emozionata! Lasciando Windhoek è fighissimo il commento di Elena..”È più Africa Ostia di questa città” effettivamente è tutto pulito e in ordine, molto stile teutonico, però appena lasciamo la città dopo pochi kilometri l’Africa è già davanti a noi! Piste deserte, con scimmie e struzzi lungo la strada… Le bambine impazziscono e si sbizzarriscono subito con le foto…che meraviglia vederle così entusiaste…era proprio quello che volevamo e il loro spirito da viaggiatore, coltivato con tanta cura da me e Rocco, non ci delude mai!

Mangiamo la strada con gli occhi, ogni chilometro percorso trabocca di emozioni, paesaggi sconfinati, terra gialla, montagne rosse, cielo azzurro, sembra di stare in un dipinto… E poi arriviamo al passo Spreetshoogte… Si apre un paesaggio immenso che mai ci saremmo aspettati…toglie il fiato per quanto è bello…troviamo uno svizzero che ci fa delle bellissime foto famiglia. Continuiamo con l’avventura: la discesa dal passo è leggermente impegnativa ma come al solito tutto viene ripagato dai paesaggi che incontriamo… E poi arriviamo in questo posto sperduto, un’avamposto prima di arrivare al deserto del Namib, il nome racchiude un po’ la sua essenza … Solitaire

Non so come descrivere questo posto.. È una caratteristica stazione di servizio con una bakery famosa per la sua torta di mele e un pub/caffè , qualche rottame di auto d’epoca e trattori sparsi qua e là in mezzo al nulla… Detto così non sembra niente di chè eppure Solitaire ha un’anima speciale che solo i viaggiatori possono comprendere … Un posto dove fermarsi prima di affrontare la grande avventura del deserto del Namib, oppure dove riposarsi dopo avere scalato le dune… Insomma è un’altra bandierina da appuntare al nostro curriculum da viaggiatori.

Dopo una scorpacciata di hamburger e torta di mele arriviamo al Solitaire Guest Farm, praticamente un’oasi nel deserto. La cena è prestissimo, alle 18.30. Passiamo il pomeriggio un po’ in piscina e un po’ ammirando ed esplorando questo piccolo assaggio di deserto… E il tramonto che ammiriamo ci fa sentire ancora più in Africa! Cena buonissima a lume di candela con vino sudafricano per coronare la splendida giornata…e che dire del cielo stellato che ammiriamo? È qualcosa di unico che ci ricorderemo sicuramente per tutta la vita.

DESERTO del NAMIB

22 AGOSTO 2016

Oggi sveglia abbastanza presto per andare a Sossouvlei, il cuore del deserto del Namib, peccato che c’è un vento terribile…speriamo non rovini i nostri piani…la strada per arrivare alla meta è affascinante come tutte le strade che stiamo percorrendo in Namibia, una lunga strada circondata da montagne rosse, vecchie di millenni, un paesaggio che si perde a vista d’occhio, guardi l’orizzonte e ogni volta ti domandi come è possibile che esista una terra così affascinante come l’Africa.. Arriviamo a Sesriem che il vento è pure peggio di prima e il ranger ci dice che entriamo a nostro rischio e pericolo…minchia! Attendiamo un po’ al bar aspettando un miracolo, incontriamo una famiglia di italiani viaggiatori come noi: Felice, Cinzia e la piccola Francesca della stessa età di Elena. Ci mettiamo a parlare dei nostri viaggi, praticamente l’argomento preferito mio e di Rocco! Dopo un po’ il vento sembra calare e decidiamo di andare intanto a visitare il Sesriem Canyon. La verità è che il vento non è calato proprio per niente ma magari dentro il canyon siamo più riparati, con noi vengono anche i nostri nuovi amici. Il canyon è maestoso ma quello che colpisce di più è la famiglia di babbuini che ci osserva dall’alto delle pareti…mamma mia che emozione ma anche un po’ paura! Sembra di stare dentro il re leone o il libro della giungla…da brivido! Ovviamente per le bambine è tutta un’ avventura meravigliosa…le abbiamo trasportate dentro un film!

Il vento comunque non ci dà tregua entra dappertutto, nelle orecchie nella bocca ma soprattutto negli occhi… Va bene anche questo è viaggio, d’altronde stiamo affrontando una tempesta di sabbia nel deserto del Namib…non è mica da tutti! Salutiamo i nostri amici e decidiamo di andare a mangiare qualcosa e aspettare le 13/14 per avventurarci dentro il parco vero e proprio…dalle previsioni che avevo consultato il giorno prima pareva che verso l’ora di pranzo questo maledetto vento si calmasse…e così è….che spettacolo!! La strada per arrivare a Sossusvlei è fantastica.. addirittura asfaltata… una specie di privilegio in Namibia… tutto intorno dune giganti che cambiano colore, mano a mano che ci avviciniamo passano da un giallo ocra ad un sempre più caratteristico rosso… E quando arriviamo alla duna 45 lo riconosciamo..eccolo il rosso che volevamo, quello che ci siamo sempre immaginati, il rosso del deserto del Namib, stiamo davanti al deserto più antico del mondo, la storia della terra è davanti ai nostri occhi! L’emozione è fortissima e la situazione è perfetta perché siamo completamente soli a scalare questo pezzo di storia, abbiamo la libertà di correre, ridere urlare e fare foto all’infinito!

Continuiamo il tour ed arriviamo al parcheggio delle auto, da lì partono le 4×4 guidate da esperti che attraverso un breve ma intenso percorso ci porta al Deadvlei. Incontriamo Arnaldo un italiano molto smart, con le conoscenze giuste al posto giusto, tanto che riesce con non so con quale raccomandazione a conquistare uno di questi guidatori e lo convince, nonostante l’evidente ritardo, visto che il parco chiude alle 17.30, a portarci al Deadvlei e ad aspettarci finché non percorriamo il chilometro a piedi in mezzo alle dune per ammirare quest’altra meraviglia della natura. 

Ovviamente ci uniamo ad Arnaldo e alla moglie di Taiwan Eveline ( ma che storia ha quest’uomo? Personaggio particolare) e riusciamo a coronare la giornata!! Abbiamo vinto! Anche il cammino in mezzo alle dune rosse e l’arrivo al lago secco con tanto di tipici alberi pietrificati è fatto… Altre 100 foto del secolo e poi di corsa ritorniamo all’ingresso del parco. 

Dobbiamo percorrere più di 150 km per ritornare al nostro Solitaire Guest Farm. Arriviamo che è buio, cosa che ci siamo sempre promessi di non fare, mai muoversi al tramonto o in prossimità della sera, ma d’altronde non avevamo alternative. Il Solitaire ci aspetta a braccia aperte con un’altra cena in un’atmosfera da sogno ma soprattutto con una doccia da urlo! Ce la meritiamo proprio…

Swakopmund

23 AGOSTO 2016

Abbiamo programmato questo viaggio in modo da avere una giornata tranquilla per gli spostamenti e poi quella dopo per le gite e le escursioni… Oggi dobbiamo percorrere circa 270 chilometri di strade non asfaltate, superare 2 passi di montagna, per poi arrivare a Swakopmund, praticamente una cittadina della Baviera trasportata miracolosamente in Africa!
Il piccolo intoppo della giornata è che prima di partire ci fermiamo alla pompa di benzina di Solitaire e ci avvisano che non c’è petrolio! Cacchio! Rocco dovrà guidare con un piede di fata per consumare benzina il meno possibile!
Lungo la strada incontriamo il Tropico del Capricorno con tanto di cartello malridotto che lo indica….MITICO! Non possiamo non fermarci e fare centomila foto… È un simbolo troppo figo e cool e nessun viaggiatore degno di questo nome può fare a meno di vantarsi di questo traguardo!

La strada per arrivare a Walvis Bay dove incontreremo la prima pompa di benzina è bellissima come ormai abbiamo capito tutte le strade della Namibia… Difficili da percorrere ma con un fascino estremo…da confine del mondo.
Walvis Bay è invece una bella cittadina sul mare, da qui domani mattina inizierà il nostro tour. Per ora ci godiamo un bel pranzetto in un bar bistro ristorante proprio sull’oceano, The Raft, fighissimo! Praticamente una palafitta sul mare con tanto di vista su una colonia di fenicotteri rosa.

Percorriamo i 40 chilometri che ci dividono da Swakopmund e arriviamo finalmente alla nostra Guest house… Il Sea Breeze… Scelta azzeccata! Abbiamo un appartamento enorme tutto per noi, le bimbe sono impazzite… D’altronde quando possono avere una stanza tutta per loro sprizzano gioia da tutti i pori.
Per la sera abbiamo prenotato la cena al The Tug, la tipa dell’albergo ha detto che siamo stati fortunati perché è sempre pieno, ma quale fortunati! A bella!! Siamo semplicemente preparati…abbiamo prenotato 2 settimane fa…e abbiamo fatto stra-bene! Il ristorante è bellissimo, una specie di elegante battello con vista sull’oceano Atlantico, il servizio è ottimo e il cibo è di prima qualità con un applauso speciale per le ostriche! Buonissime, ciccione, corpose, saporite…mamma mia talmente buone che mentre scrivo c’ho la bava!
A dormire presto perché domani ci aspetta una grande avventura.

Walvis bay

24 AGOSTO 2016

Oggi è una giornatona perché ci aspetta la cosiddetta gita combo, prima usciamo in barca con un catamarano per avvistare foche, cormorani, pellicani e delfini, poi prendiamo le jeep 4×4 e andiamo a Sandwich Harbour dove il deserto incontra l’oceano, quindi colazione presto ed alle 7.45 abbiamo già il pick up che ci porta a Walvis Bay, da lì parte la barca della Ocean Adventures…tra i nostri compagni di viaggio ci sono tipi un po’ improbabili, come le due ragazzine sudafricane che si ubriacano appena salgono a bordo oppure la mamma di non so quale nazionalità troppo freak e con due ragazzini scalmanati…. Ma a parte questo il catamarano è gigante e noi ci conquistiamo il ponte superiore da dove facciamo delle foto e delle riprese spettacolari. Il capitano ( che sembra Philip Seymour Hoffman ) offre da mangiare a due foche una grande ed una più piccola che salgono proprio dentro il catamarano, mentre intorno volano pellicani e gabbiani attirati dal cibo gratis…che spettacolo!

Arriviamo alla coltivazione di ostriche (buonissime) e al Pellican point dove riusciamo a vedere delfini bengala ed una colonia immensa di foche!
Insomma una festa di animali che si aggira intorno a noi… Uno spettacolo unico… E poi per completare la magnifica gita…dulcis in fundo…ecco le ostriche! Squisite, accompagnate da sfizioserie varie tra cui dei fagottini con il curry e degli involtini primavera degni di nota.

Ritorniamo al porto e poi prendiamo subito le 4×4 per esplorare le dune di Sandwich Harbour. La nostra guida si chiama Mario o meglio conosciuto come super Mario, un ragazzo di colore simpaticissimo e veramente disponibile, oltre a noi, nella jeep c’è un ragazzo tedesco, Joannes, un tipo stranissimo con una voce acuta e squillante, che sta facendo un Big-trip in Africa, ha già visitato il Congo e l’Angola, ora la Namibia e tra poco prenderà un volo per il Sudafrica, insomma un viaggio da sogno e non possiamo fare a meno di stimarlo. La prima tappa è la laguna dei fenicotteri rosa…belli come un sogno..amo questi animali. Qui incontriamo l’altro equipaggio della jeep che …sorpresa sorpresa…include anche Cinzia, Felice e Francesca…ovviamente le bambine sono strafelici.

Ci dirigiamo verso Sandwich Harbour e l’impatto scenografico è da mettersi a piangere! A destra abbiamo il mare a sinistra le dune di sabbia e la jeep corre indisturbata in questa immaginaria strada che divide i due oceani, quello di sabbia e quello d’acqua… Emozioni uniche…scaliamo delle dune altissime, una fatica tremenda per quanto sono ripide ma la vista che si ammira alla vetta vale la fatica. Facciamo centomila foto, mai sazi di quello che riusciamo ad inquadrare…non credo che le foto possano rendere bene le emozioni che ci suscita questo paesaggio unico…emozioni che non finiscono mai perché la gita non solo è piena di point of view con viste mozzafiato ma con la jeep Mario ci porta proprio sulle dune, un sali e scendi adrenalinico da queste bellissime e dorate dune di sabbia. Le bambine urlano eccitate …meglio delle montagne russe, io in verità alla prima discesa a strapiombo mi sono cagata un po’ sotto…un’ esperienza unica… Di viaggi e di gite ne abbiamo fatti tanti ma la Namibia ci sta stupendo sempre di più .. Tanto che finiamo addirittura la memory card della go pro!!
La giornatona come l’ho chiamata all’inizio è stata mitica, piena di esperienze uniche che rimarranno per sempre impresse nella nostra memoria…
Cena al the Wreck, carino ma non allo stesso livello del the Tug, comunque cibo sempre ottimo soprattutto il vino e le ostriche!

twyfelfontein

25 AGOSTO 2016

Oggi si lascia la cittadina di Swakopmund e ci inoltriamo un po’ di più verso la vera Africa, man mano che maciniamo chilometri cambiano i paesaggi e le strade, lasciamo la ricchezza e ci avviciniamo alla povertà. Il territorio che attraversiamo è così arido che sembra di stare su Marte, c’è un vento caldissimo, si raggiungono i 38 gradi e in tutta questa desolazione ci sono piccole comunità di Namibiani che proprio non ho idea come facciano a sopravvivere …ignoriamo molti chioschi che lungo la strada vendono cianfrusaglie e pietre, ma ad un certo punto siamo costretti a fermarci perché si avvicina alla nostra macchina una bambina con degli occhi dolcissimi, ha una tanica d’acqua in mano e ci guarda con curiosità , praticamente ci sciogliamo, le diamo soldi, cibo ed acqua…è stato bellissimo vedere la sua faccia stupita…era sbigottita…non le pareva vero…siamo rimasti un bel po’ a salutarla e lei a salutare noi..non riuscivamo a staccarci!
Incontriamo anche chioschetti di donne herero, ci avviciniamo con la macchina per fare una foto, peccato però che non sono molto cordiali tanto che una rosica visto che non ci siamo fermati e ci tira un sasso contro, però effettivamente a ripensarci hanno un po ragione ….

Arriviamo al Twyfelfontein percorrendo una strada moooolto dumping e polverosa tanto che quando vediamo il Lodge ci sembra un oasi nel deserto…è un posto magico, incastonato in un anfiteatro di pietra rossa che risplende sotto il sole cocente…c’è una grande hall con bar e ristorante con una piccola piscina e poi più distanziate, in dei piccoli cottage,le stanze. L’atmosfera è unica e il fatto che poi in un paio di quei monoliti di pietra ci sono incisioni rupestri di 6000 anni fa rende tutto più magico! E poi la birra che ci gustiamo sulla terrazza del Lodge è impagabile!!
Il tramonto accende una luce speciale, tutto diventa più rosso e ammaliante, per non parlare del cielo stellato durante la notte… Ma ci rendiamo conto di dove siamo! Questo viaggio ci regala ogni giorno un’ emozione.

26 AGOSTO 2016

Oggi lo dedichiamo alla scoperta dei tanti siti storici e naturalistici di Twyfelfontein. Prima andiamo al Twyfelfontein Heritage, poi alla Burnt Mountain e Organ Pipes ed infine alla Foresta Pietrificata Facciamo la gita con Cinzia Francesca e Felice con i quali abbiamo trascorso una piacevole serata e abbiamo deciso di prendere la guida per visitare le pitture rupestri insieme. La nostra guida è Ingrid un donnone appartenente alla tribù dei Damarla, la loro lingua è fighissima perché piena di suoni strani, tipo schiocchi che fanno con la lingua, sentirli parlare tra di loro è veramente buffo.Ingrid ci mostra le meraviglie del parco, non stupisce che queste pietre sono state dichiarate patrimonio mondiale dall’Unesco… Sono veramente uniche! Sono delle incisioni fatte dai boscimani di circa 6000 anni fa graffiando la roccia rossa con del quarzo. Sono delle vere e proprie foto di tempi preistorici. C’è il leone, il rinoceronte, l’elefante, la giraffa, e tantissimi altri animali che probabilmente gli antichi boscimani cacciavano. Delle volte nel disegno compare la firma dell’artista che consiste nell’impronta dei suoi piedi o delle sue mani. La visita è veramente bella anche perché non capita spesso di vedere dal vivo incisioni preistoriche e per noi appassionati di viaggi e di storia è un’altra bella bandierina…ma quante ne abbiamo messe in questo viaggio??

Lasciate le rocce di Twyfelfontein andiamo verso la Burnt Mountain, che è una collina nera dovuta a scorie vulcaniche… In pratica una mezza cagata, non mi ha dato nessunissima emozione, e poi andiamo agli Organ Pipes, una piccola gola con delle formazioni rocciose che sembrano le canne di un organo. Dopodiché salutiamo i nostri amici che tanto rincontreremo ad Opuwo e ci dirigiamo verso la Foresta Pietrificata, questo è un sito più interessante rispetto agli ultimi due, sono degli alberi di 260 milioni di anni fà ormai trasformati in pietra fossile grazie al lavoro dei minerali. Anche qui la guida si chiama Ingrid, una donna piccolissima, più bassa di me, con una spazzola rossa incastrata tra i capelli! La visita è interessante e i fossili sono molto affascinanti, si vedono tutti i segni tipici degli alberi, tipo gli anelli concentrici ma al tatto sono duri come roccia ed hanno assunto colori diversi a seconda del minerale più presente, rosso per il ferro, grigio la manganite e bianco il silicio.

Il pomeriggio lo passiamo spaparanzati a bordo della piscina del lodge… Che pace! Questo lodge mi affascina tantissimo! Di sera approfondiamo la conoscenza di Alfredo e Giorgia, due ragazzi di Torino molto carini, li avevamo già incontrati al Solitaire, ci scambiamo le nostre impressioni su questo magnifico viaggio… La Namibia non lascia proprio indifferenti!

Opuwo

27 AGOSTO 2016

Oggi ci spostiamo verso il Kaokoveld ad Opuwo, la distanza non è poca e pare che ci vogliano 5/6 ore di viaggio. Per fortuna ascoltiamo la dritta di Alfredo e facciamo una strada “paracula”, più lunga ma sicuramente più percorribile per la nostra Rav4, anzi è anche per un lungo tratto asfaltata, e poi costeggia l’Etosha, tanto che proprio vicino al cancello vediamo un branco di zebre. Sono gli unici animali che avvistiamo però… Speriamo che all’Etosha ci dica meglio!!
Mentre ci avviciniamo ad Opuwo aumentano gli Himba, ci sono piccoli villaggetti sparsi per la strada, di varie etnie, vediamo Herero, Himba e altri namibiani vestiti all’occidentale. Sappiamo che Opuwo è la più africana tra le città della Namibia, fin’ora abbiamo visto solo città parecchio ricche x gli standard africani, anzi Swakopmund è ricca pure x gli standard europei e Opuwo ci colpisce, l’impatto è forte. Vedi girare tra le sue strade di tutto, vari personaggi di varie etnie, e poi si respira povertà . Nonostante i tentativi del governo di rendere Opuwo più moderna la sensazione è quella di essere catapultati in un altra dimensione! Ci sono donne Himba praticamente nude con la loro pelle rossa camminare scalze e con magari un bimbo in fasce dietro la schiena, oppure donne Herero vestite di tutto punto con crinoline e cappello a due punte e poi noi occidentali con mega auto e mega macchine fotografiche, i contrasti sono enormi!

Mentre facevamo benzina la scena che abbiamo vissuto è stata surreale.. Siamo stati praticamente circondati da donne e bambini che ci volevano vendere braccialetti e collanine, abbiamo aperto un po’ i finestrini per comprare qualcosa e siamo stati invasi da mani supplicanti che chiedevano…chiedevano soldi, chiedevano acqua o cibo, chiedevano qualsiasi cosa che li facesse stare un po’ meglio di quanto non stiano, oppure che li facesse assomigliare un po’ più a noi. In queste situazioni mi viene sempre più il dubbio che noi occidentali stiamo sbagliando tutto… Affossiamo il terzo mondo invece di aiutarlo concretamente, e il turismo sconsiderato può portare più male che bene.

E in mezzo a tutta questa povertà svetta sopra la collina l’Opuwo Country Lodge! Però non facciamo gli ipocriti perché dopo tutta la strada e la polvere mangiata la piscina infinity con vista sul Kaokoveld è impagabile! E infatti proprio lì ci rilassiamo il pomeriggio chiacchierando con tutti i viaggiatori incontrati lungo la strada.. Cinzia e Felice ci raccontano di Palmwag dove noi non siamo stati, mentre Alfredo e Giorgia condividono con noi la loro esperienza con gli Himba, li vediamo un po’ scioccati… Domani tocca a noi, abbiamo già organizzato la gita con l’albergo che prevede la visita alle Epupa Falls e poi tappa ad un villaggio Himba vicino appunto alle Epupa, che in teoria è un territorio più incontaminato rispetto ad Opuwo e quindi speriamo di vivere un’esperienza con gli Himba un po’ più reale. In particolare spero che non siano smaniosi e vogliosi di avere quello che non hanno come gli abitanti incontrati in città. La sera al lodge è incantevole, anche se il buffet è il meno buono incontrato finora, sarà perché siamo un po’ stufi di carne!

Epupa falls

28 AGOSTO 2016

Oggi sveglia prestissimo perché ci aspettano diverse ore di macchina per arrivare alle Epupa Falls, alle 7.30 parte il pulmino del Hotel con la guida herero che ci porterà prima a visitare le cascate e poi un villaggio Himba. Inizialmente ci rimaniamo male perché pensavamo che l’escursione fosse con la jeep e invece è con un pulmino, comodo per carità, ma le ruote sono come quelle della nostra Rav4, ciò vuol dire che potevamo benissimo andarci in selfdrive! Vabbé è andata così vorrà dire che oggi Rocco si riposa! Abbiamo come compagni di escursione una famiglia di tedeschi. Il viaggio verso le Epupa Falls è lungo ma molto interessante, incontriamo un piccolo cimitero Himba e poi una fonte dove i giovani Himba vengono a raccogliere l’acqua per poi portarla ai loro villaggi. Ci fermiamo a fare delle foto ma dopo un po’ i ragazzi chiedono alla nostra guida dei soldi per farsi fare le foto…giustamente lui si rifiuta perché una cosa è dare i soldi ad un capo per fare la visita ad un intero villaggio ed un’altra è cedere al ricatto di quattro ragazzini. Detto questo ce ne andiamo e proseguiamo il viaggio di quasi 4 ore verso le cascate. Finalmente arriviamo belli sudati ma soprattutto impolverati…le cascate sono come un miraggio nel deserto! Acqua in abbondanza che squarcia in due la pietra arida della montagna e divide due mondi, da un parte la afrotedesca Namibia e dall’altra l’ afroporteghese Angola. Se mi metto a pensare in che parte del mondo ci troviamo mi emoziono…minchia siamo al confine con l’Angola… non è da tutti!! E poi le cascate sono veramente belle, circondate da palme e da baobab quasi sospesi nel vuoto, circondati da centinai di capre…il colpo d’occhio è bellissimo…è valso le 4 ore di viaggio in macchina!
Mangiamo il lunch pack all’interno del camp-Lodge con vista proprio sulle Epupa..un bell’ambiente freakkettone stile campeggio, è figo vedere come ci siano degli irriducibili viaggiatori che si attrezzano a fare campeggio in Africa…non è certo una cosa facile…ammiro veramente chi ci riesce!

Dopo pranzo ci aspetta una delle esperienze più belle del viaggio in Namibia…L’incontro con gli Himba. Arriviamo al villaggio e subito la nostra guida va a parlare con il capo, un ciccione terribile però molto simpatico e alla mano, gli offre i nostri doni, e ci mettiamo tutti in cerchio sotto l’ombra di un albero. Noi occidentali con le nostre facce curiose e le nostre fotocamere pronte ad immortalare questi momenti e loro ,gli Himba, un solo maschio, il capo villaggio appunto, e poi tutte donne con bambini a seguito, con la loro pelle rossa di terracotta, i loro capelli infangati, il seno scoperto e i loro occhi neri, speciali, curiosi di capire cosa vogliamo da loro, ma anche curiosi di conoscerci.
Siamo veramente capitati in un villaggio speciale, davanti a noi c’è gente amichevole, non assatanati che ti fanno l’assalto come è capitato ai ragazzi torinesi o a noi al benzinaio di Opuwo, molto probabilmente è una popolazione lontana dalla città che non prova invidia per gli occidentali o che comunque non ha bisogno di più di quel che ha.       La visita è educativa, riusciamo a comunicare con loro in modo piacevole grazie alla nostra guida, facciamo tremila domande sulle loro usanze ma anche loro vogliono conoscerci, sono affascinati dalle nostre bambine…

Elena e Diana  si siedono in mezzo ai bambini, ridono e scherzano con loro, è una scena bellissima che mi rimarrà sempre nel cuore insieme a quella in cui la moglie del capo mi chiede di farle vedere il filmato che le ho appena fatto, l’accontento e lei vedendosi si mette a ridere come una pazza, senza i due denti davanti è buffissima, e poi dopo essersi vista si aggiusta i capelli come qualsiasi altra donna, occidentale o africana che sia, una donna è donna sempre! Pure se appartiene ad una popolazione con usi e costumi immutati da tempi immemori come gli Himba!

Scattiamo cento foto perché sembra sempre che non riusciamo a cogliere con le foto l’esperienza che stiamo vivendo….sono contenta, contentissima, questa tappa del viaggio era una di quelle a cui più tenevo ed è andata meglio di come me la aspettassi… I sorrisi e gli sguardi dei bambini sono speciali…..

Ci sono dei bambini piccolissimi con il mocciolo al naso che ci guardano un po’ spauriti, uno proprio minuscolo lasciato all’ombra di un albero con il culetto tutto scoperto…Oddio l’avrei portato a casa per quanto era bello! Torniamo al Lodge con la mente già piena di ricordi e sono sicura che questa esperienza arricchirà non solo noi adulti ma specialmente le bambine, spero ardentemente che tutte queste situazioni così diverse dalla loro vita quotidiana le rendano più consapevoli del mondo…

29-30 AGOSTO 2016

È arrivato il momento del Safari! Salutiamo Opuwo e partiamo in direzione dell’Etosha, entriamo dalla parte ovest, dal Galton gate… I prima chilometri direi niente di chè, pieni di boscaglia bassa e fitta…ma appena arriviamo alla prima pozza capiamo perché l’Etosha è così famoso per i safari! Un ‘immensità di animali riempiono il paesaggio, giraffe, elefanti, zebre, gazzelle, struzzi, fagoceri , tutti ordinatamente a bere nella pozza come se ci fosse un superiore che detta i tempi, una organizzazione quasi Svizzera! Arriviamo all’Etosha Safari Lodge che abbiamo visto almeno 15 pozze e una quantità assurda di animali..solo che ci manca il re…il leone! Speriamo nei prossimi giorni….

L’Etosha Safari Lodge è veramente bello, ha una terrazza con vista sulla savana che è qualcosa di unico e bere una birra al tramonto sul divanetto non ha prezzo…vogliamo poi parlare della temperatura che stiamo trovando? Sempre caldo anche la sera, mai soffocante, e io che pensavo di dover stare sempre con il pail! Il giorno dopo stiamo tutto il giorno in macchina vogliamo assolutamente trovare il leone…beh vediamo una famiglia di 30 elefanti farsi il bagno, vediamo il rinoceronte nero ma purtroppo niente leone…minchia! Speriamo bene, non vogliamo deludere le bambine. Oggi durante il nostro Safari in self drive abbiamo rincontrato Alfredo e Giorgia , i due ragazzi di Torino,simpatici e carini veramente. Il bello del viaggio è anche incontrare persone nuove, conoscere nuova gente e nuovi punti di vista…I due camp all’interno dell’Etosha Okonjima e Halali, a livello alberghiero non sono niente di che…però hanno delle pozze interne fantastiche!! Specialmente Halali vale il viaggio, potresti rimanere là seduto tutto il giorno e goderti la marea di animali che si susseguono, addirittura Cinzia e Felice che hanno dormito in questo camp ci raccontano che dopo cena hanno visto un gruppo di leonesse che si mangiava una iena!!
Ritorniamo un po’ delusi al Lodge per non aver visto felini, comunque abbiamo ancora 2 giorni!!

 

31 AGOSTO - 1 SETTEMBRE 2016

Oggi partenza presto perché dobbiamo spostarci alla parte est dell’Etosha e raggiungere il nostro prossimo Lodge, il Mokuti. Appena entriamo nel parco ecco la bella sorpresa! Due leoni maschi che riposano all’ombra di un albero! Peccato che sono un po’ lontani, non siamo pienamente soddisfatti…la parte est dell’Etosha è più simile alla savana come tutti se la immagino e quindi praterie infinite di erba gialla, il paesaggio è molto particolare perché il pan sembra un vero e proprio mare, ma è solo un miraggio! Se ti avvicini ti accorgi che quello che pensavi fosse un lago o comunque un bacino pieno d’acqua non è altro che un bassopiano, nel periodo delle piogge però si riempie e finalmente riprende il ruolo per il quale Dio l’ha creato.

Continuiamo il nostro Safari scorgendo pascoli e pascoli di giraffe ed elefanti…ma niente felini uffa!!!
Non vogliamo stare tutto il giorno in macchina e quindi andiamo a riposarci al Mokuti per la pausa pranzo, d’altronde siamo in vacanza! Il Mokuti è veramente bello, piscina bella anche se un po’ sporca per via degli insetti, camera da urlo con lampadari da architetto, ristorante a lume di candela…insomma bello solo che gli manca un po’ quel l’atmosfera da Safari , quel gusto da old colonialista insomma.

Torniamo verso le 15 dentro l’Etosha per continuare il nostro Safari, il bello della zona vicina al Namutoni è che le pozze più fighe sono tutte vicine…E quindi la visita è un po’ più rilassante, vediamo moltissimi animali senza dover percorrere chilometri e chilometri. La cena al Mokuti è tra le più buone del viaggio, cibo vario e di ottima qualità. La mattina dopo ci svegliamo prestissimo, vogliamo uscire presto per il Safari, alle 6.30 per poter tornare al Lodge per la pausa pranzo. E oggi è proprio un giorno fortunato! Vediamo un leone che si mangia un antilope! Fighissimo! Poi un paio di rinoceronti bianchi e poi a fine giornata addirittura la leonessa! Non potevamo chiedere di più…anche la serata al Mokuti è bellissima, con tanto di barbecue a lume di candela e canti africani finali! Per il giorno dopo stiamo pensando di dare buca al Mont Etjo e andare all’Erindi, una riserva privata abbastanza vicino a Windhoek…vediamo cosa ci rispondono per mail…

ERINDI

2 SETTEMBRE 2016

Evviva! L’Erindi ci ha fatto un ottimo prezzo! Pensione completa più 2 game Safari a circa 305€, fantastico! Partiamo subito, ci separano 5 ore di strada dalla riserva privata e noi non vediamo l’ora di arrivare…e come ci aspettavamo l’Erindi è meravigliosa…è proprio quel paradiso africano con cui volevamo concludere il nostro viaggio…una camera elegantissima con vista diretta ad una delle pozze, addirittura al nostro arrivo c’erano circa 5 elefanti e altrettanti gnu che si abbeveravano a pochissimi passi dalla nostra stanza…e poi il lago davanti al ristorante è un’altra grande sorpresa, ippopotami e coccodrilli! Alle 15.30 abbiamo il nostro Safari, le jeep sono quelle scoperte e quando attraversi la savana con queste piccole bestie ti senti proprio libero! Le nostre guide sono un ragazzo inglese, molto simpatico e un ragazzo namibiano di origini francesi un po’ meno simpatico…non gli piace la pasta …non si può sentire una cosa del genere!

Vediamo 7 rinoceronti bianchi ma purtroppo niente felini…ma il paesaggio che attraversiamo è favoloso, savana sterminata contornata da piccole montagne, sembra il disegno di un bambino per quanto è puro e bello! E poi il tramonto su una di queste rocce, ammirando la savana ai nostri piedi e gustando l’aperitivo non ha prezzo! Non c’è niente da fare siamo un po’ viziati e questo aspetto delle riserve private ci piace molto…peccato la famiglia di 4 belgi amorfi che ci è capitata nella stessa jeep…
La sera rincontriamo i nostri amici Cinzia Felice e Francesca e dopo cena ammiriamo gli animali che si susseguono alla pozza davanti al ristorante per abbeverarsi…che spettacolo! Ho deciso..la prossima volta che verrò in Africa solo Lodge con la pozza davanti e pure illuminata la sera!

3 SETTEMBRE 2016

Oggi sveglia prestissimo perché alle 6.30 abbiamo il Safari, Cinzia è stata una grande perché è riuscita ad accaparrarsi un certo Jeremiah come guida che è l’esperto per i Safari con la telemetria…fantastico! Gli diciamo subito che ci piacerebbe vedere leoni, leopardi e ghepardi e lui ci risponde che farà del suo meglio..bene! Iniziamo!
Jeremiah scruta le tracce , prende la sua bella antenna che capta i segnali degli animali con il collare e dopo un po’ di ricerche ecco che spuntano le leonesse!! Ben 4 leonesse nascoste bene bene nel bush più fitto, tanto che il povero Jeremiah e la sua fidata jeep hanno faticato non poco per riuscire a portarci il più vicino possibile…ebbene stavolta le vediamo veramente bene, belle e fiere, che spettacolo!

Oggi deve essere il nostro giorno fortunato perché il bravo Jeremiah riesce a captare anche un cheeta… E in che situazione lo becchiamo ‘sto fantastico ghepardo femmina??!! Ha appena ucciso un piccolo di orice e se ne sta sdraiata a riposarsi con la sua bella preda tra le zampe, poi, visto che probabilmente le jeep la infastidiscono si allontana trascinandosi dietro la piccola vittima e inizia pure a mangiarsela…che crudele che è la vita in Africa! Ma questo è … e probabilmente anche questa crudeltà mai gratuita ma direi quasi sempre giustificata alimenta il fascino di questa terra…

Il Safari è stato bellissimo, le bambine sono contentissime e, se è possibile, noi grandi lo siamo anche di più ! salutiamo i nostri amici che devono tornare a Windhoek e prendere il volo per l’Italia mentre noi siamo talmente affascinati da questo luogo che ancora indugiamo a dare un ultimo sguardo alle pozze per osservare gli ultimi animali. Che bella esperienza! La classica ciliegina sulla torta, il top dei top a coronare un viaggio già fantastico che ci ha tolto continuamente il fiato per la sua bellezza.
Nella strada verso Windhoek ci fermiamo ad Okahandjia, una cittadina a metà strada famosa per la lavorazione del legno, compriamo qui i nostri souvenir, in un bel mercato dell’artigianato. Il ritorno a Windhoek è un po’ triste, stiamo chiudendo il nostro viaggio e la nostalgia già si fa sentire…

WINDOHEK

4 SETTEMBRE 2016

Stamattina ci alziamo con un’ora di ritardo rispetto al solito, le 7 invece delle solite 6 … Sorpresa! In Namibia la prima domenica di settembre cambia l’ora e se ne aggiunge una! E meno male che avevamo previsto la notte a Windhoek, pensa se fossimo partiti direttamente da Erindi! Avremmo potuto perdere l’aereo! Ciò dimostra che in viaggio bisogna sempre fare le cose con calma e in sicurezza! Ci facciamo un piccolo giro per la capitale e compriamo anche qui un paio di souvenir da degli Himba molto più sporchi rispetto a quelli visti alle Epupa e poi aeroporto ….Salutiamo la Namibia e ci prepariamo a passare l’ultima sera di viaggio a Johannesburg. Arriviamo tardi in hotel perché in aeroporto ci hanno fatte fare 2 ore di fila per il controllo passaporti e quindi Jo’burg di sera non ci attira proprio..meglio rimanere nel nostro fidato Holiday inn!

JOHANNESBURG

5 SETTEMBRE 2016

Ultimo giorno in Africa…andiamo a vedere la Nelson Mandela Square che è una piazza caratterizzata dall’enorme statua di questo uomo immenso che è Nelson Mandela.. Il posto è figo, la piazza è circondata da un’infinità di ristorantini “sciccosi”, si sente un certo fermento culturale e monetario, un fermento che nella vecchia Europa e soprattutto in Italia sembra non esistere più!

Facciamo colazione in un grande caffè- ristorante italiano, cappuccino degno di nota , e infatti il manager è proprio un italiano, addirittura sorrentino…passiamo la mattinata all’ interno dell’immenso centro commerciale Nelson Mandela e ci rendiamo sempre più conto che il Sudafrica è proprio un paese in crescita! La Namibia è più semplice, più selvaggia e meno complessa politicamente e socialmente . Stanchi torniamo in hotel a goderci il late check-out e a riposarci prima del lungo volo di rientro….
E poi via … Il viaggio è proprio finito…La Namibia ci ha catturato, un paese unico e meraviglioso, un paese che conquista non solo per i Safari e gli animali selvaggi ma anche e soprattutto per i suoi paesaggi immensi e la sua popolazione amichevole…..il deserto….il mare…gli Himba…..È AFRICA…ti cattura…vivi e pensi a lei…fai altri viaggi…e poi ripensi a lei…e ci ritorni perché non ne puoi fare a meno….senti il richiamo…i tamburi che suonano…la terra che è la patria del genere umano…un richiamo ancestrale…e l’unica cosa che puoi fare è tornarci….e noi già pensiamo al Botswana, al delta dell’Okawango, alle Cascate Vittoria e al parco Chobe…saremo mica malati? No è semplicemente AFRICA….

Al prossimo viaggio!

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Sed ut perspiciatis unde omnis das ist wirklich iste natus.